Riceviamo e pubblichiamo un comunicato, a firma di Francesca Daffara e Salvatore Borgh, componenti della RSU locale, sulle condizioni del carcere di Noto. I due sindacalisti intendono esercitare diritto di replica, a tutela delle professionalità che esercitano la propria attività lavorativa all’interno dell’istituto precisando che “non ritengono corrispondenti al vero”, le notizie riportate nell’articolo, pubblicato in data 12 settembre c.a. anche dalla nostra testata giornalistica.

“Leggiamo con fastidio e disappunto le dichiarazioni riportate, in questi giorni, su alcuni siti online, relativamente alla protesta dei detenuti di queste ultime ore.
Premesso che la causa della protesta è da ricondurre a fattori esterni al carcere, le linee telefoniche, gestite da aziende nazionali immediatamente sollecitate per una celere risoluzione dei guasti, e che quindi non si possono ricondurre ad alcuna responsabilità interna alla gestione dell’istituto, consideriamo poco rispondente al vero quando si dichiara “che non vi siano attività ricreative, sociali o altro che possano allentare le condizioni di sofferenza dei detenuti“.

Rimaniamo anche sorpresi dal fatto che talune rappresentanze sindacali esprimano opinioni su condizioni che, evidentemente, non conoscono. Le attività trattamentali e di gestione della vita quotidiana nella Casa Reclusione di Noto prevedono, infatti, percorsi scolastici per tutti i livelli, università compresa, attività lavorative anche di riqualificazione professionale, progetti di pubblica utilità, laboratori teatrali e musicali, cineforum, confronti e dibattiti su temi di attualità e progetti di mediazione culturale e sulla violenza di genere.

Tutte iniziative che dimostrano l’impegno quotidiano del personale dell’amministrazione penitenziaria per realizzare l’obiettivo istituzionale che un penitenziario deve perseguire”.

Fermarsi alla critica, fine a sé stessa, senza volere anche indicare quale percorso positivo si debba seguire, non aiuta nessuno se non ad alimentare pregiudizi e disinformazioni che non fanno bene alla nostra realtà, comunque difficile e sensibile.

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