«Famiglie, imprese e Comuni da ottobre sprofondano sempre più nel dramma infinito degli aumenti ingiustificati ed esorbitanti dei costi energetici in bolletta, come ha annunciato ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, con aumenti dell’energia elettrica di ben il 59% che porteranno definitivamente al collasso il sistema sociale, produttivo e degli Enti Locali del Paese, soprattutto dove l’economia è più debole e dove più alto è il disaggio occupazionale come in Sicilia, mentre la politica discute e nessun intervento serio per arginare questo tsunami sia stato deciso». Così il Vice Presidente di Anci Sicilia, Paolo Amenta, Sindaco di Canicattini Bagni (SR), facendo seguito all’ennesimo grido d’allarme lanciato da mesi per chiedere interventi e provvedimenti concreti per porre un freno al vertiginoso aumento dei costi energetici che hanno già messo in ginocchio le fasce più fragili del Paese, le famiglie appunto, soprattutto dove la crisi economica e il disagio sociale sono più radicati come in Sicilia, e con esse tutto il sistema produttivo, aggiungendo un ulteriore dramma al già precario quadro economico di crescita dell’isola, determinando, infine, il definitivo default dei Comuni, unico front office istituzionale con cittadini e imprese. «Questi ulteriori rilevanti rincari dei costi dell’energia elettrica a cui seguiranno ulteriori rincari dei costi del gas come si preannuncia – continua il Vice Presidente di AnciSicilia – segneranno, inevitabilmente, il colpo finale ad una lenta agonia iniziata mesi addietro per i cittadini costretti a staccare la spina alle porte di un inverno che a causa dei cambiamenti climatici non sarà di certo clemente, per le tante imprese costrette alla chiusura perché non più in grado di sostenere i costi energetici, diventando così facile preda del sistema mafioso, e per i Comuni, di cui la politica ha dimenticato persino la parola, che, avendo già da mesi visto triplicare i costi per l’energia, non hanno più un centesimo in Bilancio per continuare a garantire servizi essenziali alle loro Comunità oltre ad affrontare l’altro tema scottante del conferimento dei rifiuti. Questo vorrà dire – aggiunge ancora il Vice Presidente Amenta – che nelle città non ci sarà più la garanzia di avere i riscaldamenti nelle scuole e negli edifici pubblici, così come il funzionamento delle pompe per il prelievo dell’acqua potabile da erogare ai cittadini, il funzionamento dei depuratori, la sicurezza con l’illuminazione dei centri abitati, e persino servizi come le mense scolastiche a causa dei conseguenti aumenti dei beni primari che si stanno registrando. Questo l’amaro quadro che i Sindaci hanno davanti impossibilitati persino a fare debiti attraverso le anticipazioni di Tesoreria non avendo più un centesimo in Bilancio per pagare gli interessi alle banche. Non è un caso che in Sicilia, allo stato attuale, come da tempo abbiamo denunciato come Anci, ci sono 52 Comuni in dissesto finanziario, 50 in piano di riequilibrio finanziario, 320 su 391 che non hanno approvato il Bilancio di previsione e 323 che non hanno approvato il Rendiconto di gestione, nonostante i commissariamenti di una Regione totalmente assente. Come si vede se non siamo al “requiem” siamo all’inizio della partitura. Servono dunque interventi urgenti per fermare questa agonia e piani per guardare con più sicurezza e fiducia al futuro energetico che significa puntare con più decisione al rinnovabile avendo il nostro Paese risorse infine in tal senso, ad iniziare dal fotovoltaico, incentivando e sostenendo impianti non speculativi e per il business come avviene oggi che deturpano i territori, ma favorendo impianti per le famiglie, le imprese e dei Comuni per la produzione di energia per il proprio fabbisogno. Ma intanto – conclude il Vice Presidente di Anci Sicilia Paolo Amenta – si ponga immediatamente fine all’aumento delle bollette che nei prossimi mesi saranno causa di un dramma collettivo di proporzioni spaventose, che non mancherà di avere ripercussioni sulla tenuta sociale dell’intero Paese». Navigazione articoli Inflazione ai massimi storici, +8,4%. E il carrello della spesa sale del 9,7% Nessun giovane vuole fare la vendemmia in Sicilia: “No grazie, ho il reddito di cittadinanza”