La Corte costituzionale, con sentenza depositata ieri, con la quale ha esaminato una questione sollevata dal GIP di Siracusa nell’ambito di un procedimento relativo al sequestro degli impianti di depurazione di Priolo Gargallo, ha stabilito che il Provvedimento varato dal Governo nazionale è illegittimo “nella parte in cui non prevede che le misure indicate si applichino per un periodo di tempo non superiore a trentasei mesi“. Il decreto “Salva Isab” è un provvedimento varato dal Governo nazionale per “blindare” il Petrolchimico di Siracusa, dove nell’ultimo anno si sono verificati due eventi capaci di metterne a rischio la sua stessa sopravvivenza che avrebbe potuto causare effetti sia dal punto di vista energetico, sia da quello occupazionale. Il caso sulla legittimità del provvedimento era stato sollevato dal Gip del Tribunale di Siracusa, Salvatore Palmeri ed inserito in un’indagine sul presunto disastro ambientale ipotizzato a carico delle più importanti aziende operanti nel polo industriale siracusano. Sul punto la Corte è stata abbastanza chiara: se le misure di bilanciamento sono state attuate, il Giudice è tenuto ad autorizzare la prosecuzione dell’attività degli impianti, ma impone che essa non possa svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà o alla dignità umana. Ne consegue l’illegittimità costituzionale, sotto lo specifico profilo della mancata previsione di un termine di durata che, nelle decisioni dell’Alta Corte pone un termine di autorizzazione della prosecuzione dell’attività per un massimo di trentasei mesi. Navigazione articoli Priolo, riunitosi ieri il Consiglio comunale: assente l’opposizione Saldi Estivi 2024: ecco quando inizieranno in Sicilia