È stato approvato, ieri, dal Consiglio dei ministri il testo che istituisce un comitato di controllo della situazione idrica su tutto il territorio nazionale e la figura emergenziale del Commissario, che resterà in carica fino al 31 dicembre 2023. L’obiettivo di entrambi è quello di velocizzare le procedure, bypassando tanto gli ostacoli burocratici quanto gli enti locali, che potranno essere scavalcati.

Il governo, quindi, decide decide di intervenire contro l’emergenza siccità schierando una cabina di regia fra i ministri e la figura di un commissario straordinario nazionale.

LA NOVITÀ – Sono queste le due novità principali del decreto sulla crisi idrica approvate dal Consiglio dei ministri. Tra le altre misure ci sono anche la semplificazione delle procedure per gli interventi sulla rete, per l’utilizzo delle acque depurate in agricoltura e per i dissalatori.

L’OBIETTIVO – L’obiettivo di cabina di regia e commissario per la crisi idrica è individuare gli interventi necessari e realizzarli al più presto, eliminando lungaggini e ostacoli. Le due strutture avranno il potere di sostituire gli enti locali e i concessionari che non fanno le opere, e di attuarle al posto loro.

I PROTAGONISTI – Chi ci sarà nella cabina di regia? Sappiamo che sarà incardinata alla Presidenza del Consiglio e presieduta dalla premier o, su sua delega, dal ministro delle Infrastrutture. Non è un caso, infatti, che sia stato proprio Matteo Salvini a presentare il testo del Dl. Presenti in cabina anche i ministri delle Infrastrutture, dell’Ambiente, del Pnrr, dell’Agricoltura, della Protezione civile, degli Affari regionali e dell’Economia, oltre al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli investimenti pubblici.

I COMPITI DELLA CABINA DI REGIA – Il primo obiettivo è fare entro 30 giorni una ricognizione delle opere urgenti e di quelle da affidare al commissario straordinario. Il ministero di Salvini ha già fatto sapere che entro un mese ci sarà la prima riunione della cabina. In caso di inadempienza dei soggetti che devono realizzare le opere, può attivare i poteri sostitutivi del commissario.

COSA SI SA DEL COMMISSARIO – Quest’ultimo deve essere nominato entro 10 giorni dall’entrata in vigore del Dl con decreto del premier, e resterà in carica fino al 31 dicembre 2023, con l’incarico prorogabile di un anno. Avrà a disposizione una struttura che conterà fino a 25 persone.

QUALI COMPITI AVRÀ – Il suo mandato è realizzare gli interventi urgenti di cui è incaricato dalla cabina di regia, monitorare la situazione su tutto il territorio nazionale e l’attuazione delle opere necessarie. Può intervenire con poteri sostitutivi in caso di inadempienza, previa delibera del Cdm, e può revocare le concessioni.

GLI INTERVENTI PREVISTI – Il decreto prevede procedure accelerate e tempi certi per gli interventi di miglioramento dell’efficienza delle infrastrutture idriche e di dragaggio degli invasi. Semplificazioni anche per il riutilizzo in agricoltura delle acque reflue depurate e per i dissalatori. Presso ciascuna delle Autorità di bacino distrettuali viene istituito un Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici.

LE PAROLE DI PICHETTO FRATIN – In merito a quanto varato dal Cdm ha parlato anche il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin: “La crisi idrica in atto ha bisogno di interventi forti. Con il decreto sulla siccità approvato in Consiglio dei ministri, il governo sceglie di fronteggiare con tutti gli strumenti possibili questa vera emergenza nazionale. Il provvedimento imprime una svolta alla governance del settore idrico, con l’istituzione di una Cabina di Regia dei ministeri competenti e di un Commissario straordinario nazionale”.

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