Ora legale, quando tornerà?

Nella notte tra sabato 25 marzo e domenica 26 marzo 2023. Precisamente alle ore 2:00 di domenica 26 dovremo spostare IN AVANTI DI UN’ORA le lancette dell’orologio (si dormirà, dunque, un’ora in meno passando direttamente alle ore 3:00). Si avrà, dunque, più luce la sera e meno al primo mattino.

Perché si usa?

L’obiettivo è quello di produrre un risparmio energetico dovuto al minore utilizzo dell’illuminazione elettrica. L’ora legale non può ovviamente aumentare le ore di luce disponibili, ma solo indurre ad un maggior sfruttamento delle ore di luce che sono solitamente “sprecate” a causa delle abitudini di orario. Con l’utilizzo dell’ora legale, nel nostro Paese, in 6 anni sono stati risparmiati ben 6 miliardi di Kilowattora (parliamo del fabbisogno annuo medio di circa un milione di famiglie), per un guadagno pari a quasi 900 milioni di euro. È stato fatto osservare che però, aumentando le ore di tempo libero diurno, si ha un maggiore consumo di carburante consumato circolando dopo l’orario di lavoro, prima della cena.

Quali effetti può avere?

Il cambio d’ora ha tuttavia delle ripercussioni anche sul nostro organismo in particolar modo nei primissimi giorni. Alcune persone, infatti, lamentano disturbi dovuti all’alterazione del ciclo sonno-veglia. Si tratta dello stesso fenomeno che si riscontra nelle persone che viaggiano in aereo tra paesi separati da diversi fusi orari (il cosiddetto jet lag); in questo caso però l’effetto è minore perché il cambiamento di orario è di una sola ora e molte persone non avvertono alcun disturbo. L’organismo potrebbe reagire così con insonnia, stanchezza e irritabilità.

Chi teorizzò per primo l’utilizzo dell’ora legale?

A teorizzare per primo l’utilizzo dell’ora legale fu, nel Settecento, Benjamin Franklin (l’inventore del parafulmine), che comprese come adattando l’orario ai cambiamenti della luce, durante l’estate si sarebbe risparmiata molto in energia destinata all’illuminazione. All’interno del suo saggio “Il progetto economico per diminuire il costo della luce”, ne descrisse le linee guida. Quello in cui visse Franklin, del resto, era un periodo di grande sviluppo delle industrie, che richiedevano diversi ritmi rispetto a quelli imposti dall’agricoltura.

L’idea di Benjamin Franklin tuttavia non ebbe seguito, fino a che, nel 1907, William Willet propose di utilizzare l’ora legale alla camera dei comuni britannica. Proposta accolta nel 1916 quando, in tempo di guerra, fu necessario risparmiare energia.

Quando fu introdotta l’ora legale in Italia?

Anche nel nostro Paese dal 1916 fu introdotta l’ora legale, che tuttavia subì diverse variazioni nel corso della storia italiana. Nel periodo della Repubblica Sociale (1943-1945) nella penisola ci fu addirittura una sfasatura dell’applicazione della stessa tra nord e sud.

Dal 1996 invece l’ora legale è adottata con un calendario comune in tutta Europa.

Quali Paesi non hanno l’ora legale?

I Paesi europei che hanno deciso di non adottare l’ora legale sono l’Islanda, l’Armenia, la Georgia, la Russia e la Bielorussia.

Il dibattito sull’abolizione dell’ora legale

Tra luglio e agosto 2018 la Commissione Europea ha indetto un sondaggio chiedendo ai cittadini dell’Unione se volessero o no mantenere l’ora legale. Risposero più di 4,6 milioni di persone – un vero record – l’84% delle quali chiedeva che il cambio dell’ora venisse abolito, mantenendo solo l’orario naturale (quindi l’ora solare).

Il motivo della richiesta risiede nel fatto che mentre nei Paesi del sud, come l’Italia, l’ora legale allunga effettivamente le giornate, al Nord, dove le giornate sono più estese, tale effetto non produce alcun beneficio.

Il 26 marzo del 2019, il Parlamento Europeo ha deciso che l’ora legale sarebbe stata abolita a partire dal 2021. Dal 2022 dunque, ogni singolo Paese avrebbe scelto se mantenere tutto l’anno l’ora legale o quella solare. Da allora si discute anche in Italia dell’abolizione dell’ora solare ma quest’anno, complice il rincaro dell’energia, il tema è diventato prioritario: mantenere l’ora legale, infatti, ci permetterebbe di risparmiare energia guadagnando un’ora in più di luce e calore solare.

Quali sono le conseguenze sulla salute del cambio dell’ora?

Sia il passaggio da ora solare a ora legale che viceversa possono causare dei fastidi simili a quelli del jet lag. Non a caso si è scelta la domenica per far scattare l’ora legale: in questo modo le persone possono adattarsi più dolcemente alla variazione, dormendo un po’ di più. Inoltre, allungare l’ora legale eviterebbe lo “stress da cambiamento” legato alla luce, il principale sincronizzatore naturale di tutti i processi dell’organismo, e aiuterebbe maggiormente a contrastare l’insonnia, irritabilità, mal di testa, sbalzi d’umore, e la difficoltà di concentrazione.

”Ad ogni modo – tranquillizzano gli esperti – tutto dovrebbe tornare alla normalità, senza grossi disagi, nell’arco di 2-3 giorni: l’adattamento da parte dell’organismo alla variazione di un’ora, a meno di patologie o condizioni particolari, è infatti abbastanza semplice, poiché si tratta di una variazione oraria minima”.

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