Al quinto giorno dalla chiusura dei seggi non c’è ancora il dato definitivo sulle elezioni regionali siciliane. Il contatore del portale web della Regione è fermo a 5.250 sezioni su 5.298. Tutto fermo da mercoledì sera, quando si è registrato l’ultimo passo avanti: la validazione da parte della prefettura di Palermo dei dati relativi alle sei sezioni del Comune di Marineo che ha chiuso definitivamente lo spoglio per le elezioni nel Palermitano.

Resta lo stallo per quanto riguarda le altre 48 sezioni. Una situazione che rischia di allungare i tempi per l’insediamento della nuova Assemblea regionale siciliana. Nello specifico: 43 nel Siracusano (42 nel capoluogo e una a Lentini); due nella città di Agrigento; due nel Comune di Villalba, nel Nisseno; e una a Misilscemi, in provincia di Trapani.

Sulle elezioni regionali si abbatte, inoltre, la scure di un pronunciamento della Corte di Cassazione sul sistema di calcolo dei resti nel proporzionale.

La contestazione sui deputati eletti con i resti

La vicenda è analoga a quella nazionale ed è figlia di quanto accaduto con le politiche. Il sistema di calcolo de resti nelle elezioni serve ad assegnare gli ultimi seggi dividendoli, proporzionalmente, fra i partiti in base al consenso ottenuto. Il metodo usato per il calcolo è stato modificato a livello nazionale da un pronunciamento della Corte di Cassazione. Il nuovo metodo ha portato, ad esempio, all’elezione del senatore Umberto Bossi, dopo che gli uffici elettorali romani lo hanno applicato alle politiche.

Come spiega l’Ufficio elettorale della Regione Siciliana, le schede elettorali sono state trasmesse agli Uffici centrali dei Tribunali competenti per circoscrizione. Questi ultimi effettueranno le verifiche del caso e procederanno allo spoglio delle schede eventualmente non scrutinate, determinando i voti validi ottenuti da ciascuna lista e i voti validi di preferenza di ciascun candidato. Una volta definite queste operazioni, ciascun Ufficio centrale circoscrizionale comunicherà gli esiti di questa verifica all’Ufficio centrale regionale, costituito presso la Corte di Appello di Palermo, e quest’ultimo determinerà il superamento o meno della soglia di sbarramento del 5% da parte delle singole liste.

L’applicabilità in Sicilia

Secondo il Ministero questo sistema di calcolo va applicato anche alle elezioni regionali che stabiliscono la ripartizione dei seggi rimanenti dopo l’assegnazione degli scranni alle liste provinciali, proprio con il sistema proporzionale su base regionale.

La divergenza con il sistema usato alla Regione

La Regione siciliana, invece, applica ancora il calcolo tradizionale usato anche a Roma fino alla precedente tornata e adesso modificato con il pronunciamento della Corte di Cassazione. La divergenza sta sull’applicabilità di quella sentenza al voto regionale.

Il primo effetto del diverso calcolo porterebbe all’assegnazione di un seggio in più alla maggioranza e uno in meno all’opposizione a Palermo.

L’intera vicenda è al vaglio delle Commissioni elettorali e, se non sin risolve prima questa diatriba, sarà impossibile definire il conteggio e proclamare gli eletti

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