Il costo dell’energia in Sicilia ha raggiunto picchi mai visti prima. In poco più di due anni, da giugno 2021 a settembre 2023, in ben sei province su 9 è stata registrata una inflazione, rispetto ad energia elettrica, gas e altri combustibili, che supera ampiamente il 60%. Che si traduce in una bolletta, per le famiglie siciliane, quasi raddoppiata rispetto a poco più di 24 mesi fa.

I dati sono quelli forniti dall’Istat ed elaborati dall’Unione nazionale consumatori. La provincia siciliana con i maggiori rincari è Caltanissetta, che arriva ad una inflazione del 68%. Appena sotto, Messina, con il 67,9%, seguita da Palermo a 66,7%. Trapani si ferma al 66,2%; con poco meno di un punto percentuale di scarto, arriva Siracusa, al 65,4%, e quindi Catania, al 65,3%.

Fortissimo rincaro registrato negli ultimi 2 anni

Con questi numeri le città siciliane si pongono poco sotto la media nazionale, che si attesta al 68,1%. All’interno del fortissimo rincaro registrato negli ultimi due anni, comunque, è da mettere in evidenza l’andamento favorevole rilevato tra settembre 2022 e settembre 2023. In questi mesi, infatti, è stato segnato un calo delle tariffe, non sufficiente a tenere i prezzi bassi quanto sarebbe auspicabile, ma comunque importante. A Catania l’inflazione, calcolata sugli ultimi dodici mesi, è scesa del 10,9%, seguita da Caltanissetta, a -10,7%. Anche gli altri capoluoghi hanno segnato numeri interessanti: Messina si è attestata su una riduzione del 10,4%, Palermo al -10,5%, Trapani al -10,2%. In ultimo, Siracusa, che vede una riduzione dell’inflazione del 10,1%. Le variazioni, secondo Unc, sono strettamente legate all’andamento con velocità diverse dei due mercati dell’energia, quello libero e quello tutelato.

La luce del mercato libero è rincarata del 109,6%

A livello nazionale, da giugno 2021 a settembre 2023, la luce del mercato libero è rincarata del 109,6% contro il 21,3% del tutelato, più di 5 volte tanto; considerando il primo dato utile del gas rilevato dall’Istat, a dicembre 2021, il libero da allora è aumentato del 47,4% contro un calo dell’11,4% del tutelato, un divario di 58,8 punti percentuali. Anche rispetto ai picchi dei prezzi raggiunti nel dicembre 2022, ora la luce del tutelato è scesa del 52,4%, quella del libero del 45,6%; il gas del tutelato è diminuito del 38,8%, il libero del 37,2%.

“Insomma, comunque la si giri – afferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione nazionale consumatori – tutti i confronti dimostrano come il mercato tutelato abbia contribuito a contenere gli aumenti dei beni energetici”.

“Infine – conclude Vignola – vanno ripristinati gli sconti sugli oneri di sistema della luce, magari riservandoli a chi ha contratti a prezzi variabili o a chi ha un reddito inferiore a 35 mila euro”.

Se dalla Sicilia si allarga lo sguardo alla penisola, a vincere la classifica delle città con i cittadini più bastonati dalle bollette è Aosta, dove le spese per luce, gas e gasolio a settembre 2023 volano del 94,6% su giugno 2021. Medaglia d’argento e di bronzo a due città del Piemonte: Alessandria con +85,3% e Cuneo con +83,2%. Dall’altra parte della classifica, la città meno tartassata è Potenza con +46,4%. Al secondo posto Napoli con +55,4%. Sul gradino più basso del podio delle città virtuose Reggio Calabria con +55,9%.

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