Instaurare una vera collaborazione tra consiglio comunale e Giunta sugli impianti sportivi, soprattutto nel definire la priorità degli investimenti e il modello di gestione, con una particolare attenzione al campo scuola “Pippo Di Natale” e alla Cittadella dello sport. È quanto è stato chiesto in maniera pressoché unanime ieri sera nel corso di una seduta che ha avuto come base discussione una mozione sottoscritta da 23 consiglieri. Riunita in seconda convocazione, la sessione si è poi chiusa per mancanza di numero legale mentre si affrontava la proposta di scioglimento della commissione Politiche sociali firmata da Cetty Vinci, Simona Princiotta e Salvo Sorbello, che nella veste di consigliere anziano ha presieduto gran parte del lavori aperti dal vice presidente Giuseppe Impallomeni.

A dare il via al dibattito sugli impianti sportivi è stato Francesco Pappalardo, uno dei firmatari della mozione, il cui ragionamento è partito dal programma elettorale del sindaco, a suo parere, non ancora messo in pratica sul punto. A conferma di questa critica, Pappalardo ha portato l’esempio della Cittadella, per la quale si cerca ancora un gestore (il terzo avviso pubblico scade domani) e sul cui modello “c’è ancora incertezza”. Per il resto, secondo il consigliere, l’Amministrazione ha fatto una serie di “interventi spot” che hanno migliorato l’efficienza delle strutture ma non il loro funzionamento complessivo.

Di parere diverso l’assessore alle Politiche sportive, Francesco Italia, intervenuto subito dopo, secondo il quale la Giunta sta proprio applicando quanto detto in campagna elettorale. L’attenzione verso la promozione della pratica sportiva è dimostrata, ha detto, dal sostegno dato ai tanti eventi internazionali tenuti in questi anni (di pallanuoto e di pallamano, per portare alcuni esempi) e soprattutto per  Mondiali di canoa polo, che sono strati un successo di gestione e di immagine per la città e che, grazie alla collaborazione dei campioni siracusani di tutte le discipline, sono serviti a lanciare dei messaggi positivi sullo sport.

In termini di investimenti Italia ha ricordato i prossimi interventi di riqualificazione che saranno effettuati, grazie al credito sportivo, agli impianti di Belvedere e Cassibile, al De Simone e al  Di Natale, dove finalmente potranno essere omologati i risultati di atletica leggera. Quanto alla Cittadella, per l’assessore la gestione in house non è proponibile viste le risorse finanziarie e umane di cui dispone il Comune, mentre la gestione privata dovrà tenere conto delle indicazioni imposte dalla Giunta che sono rivolte al sociale.

In dissenso dall’assessore si è pronunciato Salvatore Castagnino, per il quale sfuggono i criteri nella scelta degli interventi. Quanto alla Cittadella, l’affidamento ai privati significa che il Comune intende spogliarsi del suo ruolo e ciò comporterà necessariamente uno squilibrio nella pratica sportiva verso alcune discipline invece di altre. Sfugge a tutti, ha spiegato, che si tratta di un impianto unico in Italia per numero di discipline che possono essere praticate, paragonabile a quello di Acqua Acetosa che è il fiore all’occhiello del Coni nazionale. Proprio il Coni, secondo Castagnino, dovrebbe essere coinvolto nella scelta del modello di gestione.

A criticare la Giunta per il mancato dialogo con il Consiglio sulla materia degli impianti sportivi è stata Simona Priciotta, critica ripresa subito dopo da Gaetano Firenze. La scarsa attenzione dell’Amministrazione verso lo sport, ha detto il consigliere, è stata evidente sin dal primo bilancio di previsione portato in aula; ma lo sport è un settore talmente ricco di implicazioni per il quale non si può prescindere dal confronto con il consiglio comunale. “Se a Siracusa – ha detto – ci sono atleti che hanno successo, ciò non accade per merito dell’Amministrazione”.

Cetty Vinci ha informato l’Aula della presentazione di un atto di indirizzo, firmato anche da Salvatore Castagnino, con il quale si chiede il ritiro della bando sulla Cittadella, definendo l’intervento dell’assessore “per nulla convincente” poiché non si comprende che la struttura è una vera e propria risorsa per la città.

Di parere diverso Elio Di Lorenzo, secondo il quale la scelta di affidare all’esterno la gestione della Cittadella è coerente con il programma elettorale. Piuttosto la domanda da porsi è perché non lo abbia ancora fatto e perché sta riproponendo un bando simile al precedente e che come il precedente rischia di andare deserto. Le gestione in house dell’impianto sarebbe, oltre che non praticabile per il Comune, un ritorno al passato.

Sulla stessa linea anche Roberto Di Mauro: “Una follia pensare che il Comune possa gestire  la Cittadella. Il punto è che sono stati proposti bandi non adeguati alle esigenze”. Per Di Mauro, che ha sollevato il problema della priorità nelle scelte, lo sport ha molte potenzialità economiche, specie nel settore del turismo, ma nessuno a Siracusa ci ha mai creduto.

Nulla contro la gestione esterna della Cittadella anche per Carmen Castelluccio, ma a patto che l’Amministrazione metta i necessari paletti per evitare gli errori commessi con alcuni impianti periferici, affidati per 20 anni e che oggi versano in brutte condizioni. Positivo per la consigliera la decisione di confermare il Di Natale come struttura aperta a tutti.

Infine, Fortunato Minimo che si è soffermato sul metodo, auspicando su altre tematiche nuovi confronti in Aula dai quali la Giunta può raccogliere indicazioni importanti.

Dopo una replica dell’assessore Italia per confermare i programmi dell’Amministrazione e per respingere le accuse di scarsa attenzione verso lo sport, le conclusioni sono state tirate da Pappalardo che ha detto di vedere molti rischi per il futuro della Cittadella, sulla quale pesa l’incertezza del modello di gestione. L’impianto, secondo il consigliere, va tutelato a prescindere dal fatto che produca reddito perché va preservato per il suo valore storico e sociale. Il rischio, ha detto, è che produca reddito solo ai gestori e non porti vantaggio alla collettività, ciò perché il bando è stato approntato senza che sia stato fatto uno studio di fattibilità e un piano economico-finanziario.

 

Breve è stato il confronto sulla proposta di abolizione della seconda commissione (Politiche sociali), da molti mesi incapace di eleggere un presidente e funzionare regolarmente. La mozione è stata illustrata da Vinci, secondo la quale c’è il sospetto che non la si voglia mettere a posto nonostante abbia competenze su “tematiche di importanza fondamentale per la città”. Responsabili di questa situazione, secondo Vinci, è il presidente del consiglio comunale che ha tutti gli strumenti per far funzionare al meglio gli organismi consiliari. La proposta di Vinci, Sorbello e Princiotta prevede la distribuzione della deleghe alla rimanenti 4 commissioni.

Proprio per l’importanza delle competenze, secondo Castelluccio la Seconda non può essere sciolta. Ciò che è possibile fare, ha detto, è modificarne la composizione perché il vero ostacolo al suo funzionamento è l’incapacità ad eleggere il presidente.

Per Salvatore Castagnino, è impensabile abolire la commissione solo approvando una mozione e senza seguire il corretto iter previsto dal regolamento, rilievo al quale ha risposto Sorbello per chiarire che la mozione, per definizione, serve ad avviare una procedura che porti a un provvedimento.

Ultimo intervento è stato di Firenze che, collegandosi a quanto detto da Castelluccio, ha sottolineato come sia nei poteri del presidente del Consiglio sostituire tutti i componenti di una commissione.

È seguita una richiesta della stessa Vinci per rinviare l’argomento a un’altra seduta e durante la votazione è mancato il numero legale.

 

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