Proteste e sciopero, si allarga il fronte contro il Green Pass - La Stampa

Nessun obbligo di verificare l’identità del cliente da parte dei gestori di ristoranti, bar, alberghi, stabilimenti balneari e, più in generale, di tutti quegli esercizi commerciali sottoposti alle regole del passaporto vaccinale, se non in caso di “palese abuso o falsificazione del pass”. Per spettacoli ed eventi sportivi, il compito della verifica spetta agli steward. La circolare firmata dal capo di gabinetto del Viminale, Bruno Frattasi, non chiarisce tutti i dubbi sui controlli sul green pass ma soprattutto non spegne le polemiche sulle responsabilità in fase di verifica della certificazione verde. “Purtroppo – ha commentato il leader di Italia Viva, Matteo Renzi – pur essendoci tanta buona volontà da parte di tutti, le regole non sono ancora chiare”.

Un deciso e secco no arriva, poi, dal mondo della scuola, dove è previsto il green pass obbligatorio per docenti e tutto il personale con sanzioni fino alla sospensione della retribuzione per chi non si adegua. Le 6 più importanti sigle sindacali — Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e Anief — hanno firmato un documento che condanna la «scelta unilaterale» del governo, un «diktat» che «scarica sui lavoratori tutte le conseguenze di scelte non fatte» e al governo chiede un cambio di passo attraverso il «dialogo e il confronto: la scuola non si riapre per decreto».

Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi replica con un post su Facebook spiegando che il green pass «non è una misura punitiva ma uno strumento a tutela della salute di tutti, in particolare dei più fragili» e spiega che il lavoro per il rientro in classe è cominciato, che «ad oggi sono stati immessi in ruolo più di 42 mila insegnanti e che presto arriverà una nota operativa a tutte le scuole con le misure per la ripartenza».

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