“Un viaggio naturalisticamente meraviglioso, ma socialmente inaccettabile. Il Governatore Musumeci venga sulla Siracusa-Ragusa per rendersi conto dello stato di questo tratto ferroviario dove si viaggia ancora a gasolio, su littorine del 1976, con posti in piedi nonostante il biglietto pieno e al caldo.”

Siracusa-Ragusa andata e ritorno. Una giornata che Cgil Cisl e Uil delle due province hanno trascorso a bordo del treno che le collega. I segretari generali Roberto Alosi, Paolo Sanzaro e Stefano Munafò, alla testa di una delegazione di oltre 70 persone, tra dirigenti e rappresentanti delle diverse categorie, hanno preso posto sul Regionale 12824, in partenza da Siracusa alle 10.32, per raggiungere il capoluogo ibleo intorno alle 13, con circa mezz’ora di ritardo.

A sostegno dell’iniziativa del sindacato unitario, i sindaci della dorsale del Sud Est. Il primo cittadino di Siracusa, Francesco Italia, che ha portato il suo saluto alla partenza, quella di Avola, Luca Cannata, che ha viaggiato a bordo del convoglio fino a Noto, quello di Pozzallo, Roberto Ammatuna, di Scicli, Vincenzo Giannone, e di Ragusa, Peppe Cassì, hanno sottolineato la strategicità del collegamento ferroviario per questa parte di Sicilia.

“Abbiamo toccato con mano lo stato in cui versa il trasporto su rotaia – hanno sottolineato Alosi, Sanzaro e Munafò – Condizioni di fatiscenza assoluta del treno, considerando che attraversa una lunga area patrimonio dell’Unesco. Problemi per l’ambiente evidenti; si innescano investimenti per le auto elettriche e qui si continua ad usare il carburante. E poi la stessa RFI che non ha, evidentemente, colto lo spirito di questa iniziativa e ha messo in campo un fastidio evidente. In alcune stazioni, dove siamo scesi per raccogliere la solidarietà dei sindaci, è stato necessario anche l’intervento degli agenti per evitare tensioni inutile con una parte del personale.”

Il treno ha una capienza di 68 posti a sedere, di altri 30 posti in piedi, distribuiti nei tre corridoi, e una tolleranza del totale passeggeri – come hanno riferito stamattina i tecnici – legata al peso complessivo.”

“Oggi abbiamo sperimentato, insieme ad una trentina di turisti, lo stato dei trasporti su questa linea – hanno aggiunto i segretari generali del sindacato – Qui ci viene rimbalzata una competenza e una responsabilità tra Regione e RFI. Noi chiediamo che il gruppo dirigente e la politica si facciano carico del rilancio del treno. Una perequazione dei trasporti passa attraverso convogli più moderni, tratte più veloci, prezzi adeguati.

Ci auguriamo che l’assenza dei deputati regionali e nazionali, pur invitati, sia dovuta ad impegni istituzionali. Noi non abbiamo nessuna intenzione di interrompere oggi il nostro viaggio e continueremo a chiedere giustizia sociale per il sud est.”

Alla stazione di arrivo servizi igienici chiusi, sala d’attesa con porte ben chiuse e quindi senza via di fuga, macchinetta per i biglietti abilitata soltanto al bancomat.

“Qualcuno deve assumersi la responsabilità di dire se le ferrovie devono essere smantellate in questa parte della regione – hanno concluso Roberto Alosi, Paolo Sanzaro e Stefano Munafò – Lo dicano ora e subito perché quello che abbiamo visto oggi è il chiaro segnale di un disimpegno delle ferrovie.”

 

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