Inferno in Sicilia, Musumeci chiede a Draghi lo stato di mobilitazione di  Protezione Civile

L’emergenza incendi non è finita, anzi: il caldo non abbandonerà l’Isola e le temperature non scenderanno fino a mercoledì. E il caldo torrido raggiungerà temperature ancora più alte, fino a 44 gradi centigradi. Le province più calde saranno Catania, che ha finora pagato un pesante tributo agli incendi, Siracusa, Agrigento e Caltanissetta. La Sicilia, intanto, è attanagliata dai roghi: da tre giorni è in fiamme il Parco delle Madonie. Gli incendi hanno attaccato soprattutto le aree boschive del parco: da Polizzi Generosa a Collesano, da Petralia Soprana a Castelbuono. Le fiamme sono arrivate anche nella zona montuosa in cui si trova l’anfiteatro naturale della Quacella, che si estende a semicerchio da monte Mufara a monte Quacella. È un’ampia area di grande fascino e di forte richiamo naturalistico. È una ferita grave per le risorse naturali e le bellezze uniche del parco. “Si prova un grande dolore – ha detto il sindaco di Polizzi Generosa, Gaandolfo Librizzi – nell’assistere con senso di impotenza all’aggressione delle fiamme. Tutti abbiamo il dovere di difendere e proteggete il nostro patrimonio”. Ma non solo i boschi sono stati attaccati dalle fiamme, in Sicilia. Diversi incendi sono divampati a Enna bassa e, alimentati dal vento caldo che soffia sulla città, hanno minacciato le abitazioni e una sede dell’università Kore che ospita la facoltà di Ingegneria, alcuni impianti e la palestra di Scienze motorie e la scuola media Savarese. Le fiamme, che hanno risalito il costone di contrada Baronessa, hanno anche raggiunto l’ospedale Umberto I nella zona della pista dove atterrano gli elicotteri del 118.
Preoccupa inoltre l’incendio che, scoppiato tre giorni fa nei boschi di Piazza Armerina, ha un fronte ancora attivo che ha quasi raggiunto il paese di Aidone. Durante le operazioni di spegnimento e messa in sicurezza della zona dell’Università, un mezzo della protezione civile è rimasto coinvolto in un incidente al bivio Sant’Anna e si è ribaltato. Gli occupanti, volontari della Protezione civile, non hanno riportato ferite gravi. La Regione siciliana ha fatto sapere che oggi arriveranno trentatré squadre di volontari di Protezione civile provenienti dal Nord Italia che daranno una mano per contrastare l’eccezionale ondata di incendi. Intanto, sulla gestione degli incendi, forti critiche sono state indirizzate dai sindacati e dalle opposizioni al governatore Nello Musumeci. “Bene intervento del governo nazionale sull’emergenza incendi in Sicilia – hanno scritto in una nota Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia, e Tonino Russo, segretario generale della Flai-Cgil Sicila – ma riteniamo che la tutela del nostro patrimonio ambientale, dei boschi, della preziosa biodiversità presente in Sicilia non sia nell’agenda politica del governo Musumeci”. “Adesso – hanno aggiunto – chiediamo che con immediatezza, il governo prenda atto del fallimento della sua politica ambientale, e con un sussulto d’orgoglio, metta in campo azioni concrete per salvare il salvabile. Chiediamo di immettere in servizio tutti i 18.700 lavoratori della forestale che non sono ancora avviati, o che stanno per essere licenziati e si disponga un servizio di avvistamento e sorveglianza. Si disponga che tutti mi lavoratori forestali della Sicilia siano le sentinelle del territorio isolano per tutta la campagna antincendio che per legge termina il 15 ottobre”. “Ringraziamo il presidente Draghi – ha aggiunto il capogruppo del Pd all’Ars Giuseppe Lupo – per i soccorsi predisposti a sostegno della Sicilia, e ringraziamo tutti coloro che in queste ore drammatiche si stanno prodigando contro gli incendi. Prendiamo atto invece che il presidente Musumeci ancora una volta si distingue per la sua arroganza, nel tentativo di scaricare le proprie responsabilità su altri. Invece di usare termini volgari ed offensivi nei confronti di quelle parti politiche che hanno solo chiesto chiarezza, dica perché in tutti questi mesi ha fatto orecchie da mercante invece di ascoltare gli allarmi lanciati dal Pd e dai sindacati che sollecitavano il governo regionale a predisporre un adeguato piano di prevenzione sul rischio incendi, e di controllo del territorio”. “Musumeci – ha aggiunto Lupo – spieghi anche perché non sono stati richiamati in servizio tutti i forestali a disposizione e dica se è vero che proprio per la carenza di personale alcune torrette di avvistamento erano scoperte, e dunque gli allarmi sono scattati in ritardo: su questa vicenda il Pd presenterà una interrogazione parlamentare all’Ars”.

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