”Finalmente una sentenza che dà pari dignità e rispetto fiscale a quei proprietari che affittano la loro
abitazione ad un’impresa che la userà per i suoi dipendenti. Finalmente la ragionevolezza, anche se attualmente solo del “Potere Giudiziario”, ha prevalso contro le posizioni ideologiche di certa politica che continua a vedere le imprese come il “diavolo” da abbattere o come le classiche mucche da mungere per raccattare soldi. Finalmente una battaglia di civiltà e di pari dignità fiscale tra i proprietari ed i conduttori è vinta”. Questo il primo commento da parte dell’Associazione dei Proprietari CASA MIA con il sindacato degli inquilini ANIA che si battono affinché l’applicazione della cedolare secca venga estesa alle unità immobiliari abitative affittate ad un’azienda e alle unità immobiliari non abitative.
”Nel caso delle unità immobiliari non abitative – aggiungono i sindacati – chiaramente ci riferiamo a quelle utilizzate dalle tante microimprese che da sempre sono l’asse portante del sistema produttivo italiano e che non certamente ai grandi contratti locativi”.
Su questo fronte, sia ANIA che CASA MIA, hanno sempre avuto un importante alleato nell’O.S. degli Agenti Immobiliari CAM-FIMAA Palermo che, in quanto importanti e qualificati conoscitori del mercato immobiliare, sanno bene quali sono le reali dinamiche che in questi anni stanno mettendo a dura prova il mercato della locazione e della compravendita di tutte quelle unità immobiliari non abitative con superficie al di sotto di mille mq.
L’annosa battaglia che ANIA, CASA MIA e CAM-FIMAA Palermo hanno condotto, affinché venisse fatta giustizia nel mondo delle locazioni dando la possibilità di poter applicare la Cedolare Secca anche alle unità immobiliari non abitative e a quelle abitative ma con inquilino un’impresa, finalmente ha fatto un concreto passo avanti.
La Sentenza  n. 12395 del 7 maggio 2024, della Corte di Cassazione ha fatto chiarezza almeno sul diritto ad applicare la cedolare secca quando l’inquilino è un’impresa che prende in locazione un immobile ad uso abitativo per i propri dipendenti, clienti o fornitori.
”Questa Sentenza – puntualizzano ancora i sindacati – ha finalmente aperto uno squarcio sull’ostracismo dell’Agenzia delle entrate nel voler pervicacemente interpretare in maniera restrittiva l’art. 3, sesto comma, del d.lgs. n. 23 del 2011. Ci auguriamo vivamente che adesso l’Agenzia delle Entrate annulli tutti quei contenziosi ancora in essere in merito all’applicazione della cedolare secca all’ipotesi evidenziata dalla Sentenza della Corte di Cassazione, mettendo fine a infiniti contenziosi che di fatto ottengono solo il risultato di “svenare” i contribuenti con eccessivi costi necessari a poter ottenere il riconoscimento di questo diritto”.
L’ANIA, CASA MIA e il CAM-FIMAA continueranno la loro azione sindacale in difesa dei contribuenti italiani affinché possano pagare le giuste imposte nel comparto delle locazioni, contribuendo, in tal modo, all’emersione delle locazioni in nero o all’eliminazione di forme contrattuali “truccate” con l’obiettivo di risparmiare sulle imposte.

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