E’ stato presentato da parte di Unioncamere Sicilia, in sinergia con il Sistema delle Camere di Commercio Siciliane, utilizzando, a quanto pare, i fondi di Unioncamere nazionale, il Piano Strategico per le Infrastrutture in Sicilia. Sicuramente lodevoli lo studio, la progettazione e la programmazione proposta là dove, ad esempio, si insiste, in modo particolare, sulla necessità di realizzare il ponte sullo stretto di Messina per avere, finalmente, l’alta velocità ferroviaria e la chiusura dell’anello autostradale siciliano, ma dal Piano Strategico viene tagliata completamente fuori la nostra Provincia e il Porto di Augusta che rappresentano, così come riconosciuto ampiamente da tutti gli operatori del settore, un attracco strategico non solo a livello europeo, ma sicuramente a livello internazionale, soprattutto come luogo di scambio di merci tra l’Europa e l’Oriente, a cominciare da Cina e India. Lo dichiara Vincenzo Vinciullo. Proporre di collegare tra loro solo 13 aree, da Termini Imerese a Pozzallo, da Aragona-Favara a Trapani, dal Dittaino a Mazara del Vallo, per utilizzare i fondi del PNRR per realizzare nodi logistici interconnessi a favore delle imprese che così potranno recuperare aree non più utilizzate da tempo, oppure sotto utilizzate, è sicuramente una proposta apprezzabile e condivisibile, ma come è possibile immaginare di escludere l’interno territorio della provincia di Siracusa e tutta l’area alle spalle del Porto di Augusta da questa programmazione? Mi chiedo, ha proseguito Vinciullo, è possibile immaginare una mobilità efficiente, efficace e razionale di merci e passeggeri, attraverso un “sistema infrastrutturale esteso e sicuro”, che è l’unico che può favorire lo sviluppo del territorio isolano, escludendo la nostra Provincia e il suo territorio? Se è corretta e condivisibile l’impostazione relativa alle richieste unitarie che devono essere fatte, all’unisono, al Governo nazionale, mettendo al bando i campanilismi fra le varie città siciliane e la diatriba tra le varie realtà logistiche che ad esse fanno riferimento, come potrà essere coinvolta nella richiesta, favorevolmente, la nostra Provincia che, attraverso la lettura del Piano Strategico per le Infrastrutture in Sicilia, non sembra appartenere al contesto economico-sociale e strutturale dell’Isola? Per questo motivo, ha continuato Vinciullo, sommessamente, intervengo sulla pianificazione degli obiettivi previsti nel Piano strategico, chiedendo di rivedere la programmazione e coinvolgendo, come ritengo appropriato, anche il territorio della provincia di Siracusa, inspiegabilmente e immotivatamente escluso. Sono sicuro che questa mia nota, pur nella modestia del suo autore, verrà presa nella dovuta considerazione e si procederà a realizzare un nuovo Piano Strategico per le Infrastrutture in Sicilia in cui alla provincia di Siracusa verrà riconosciuto il giusto peso e la giusta considerazione sia per la presenza di un Polo industriale fra i maggiori in Europa, sia per una presenza diffusa di Zone Economiche Speciali, quanto per la presenza di un porto commerciale già ampiamente collegato con lo snodo ferroviario di Bicocca e con la vasta area dell’Autoporto di Melilli, che trovasi alle spalle del porto megarese. Riconosciamo a Unioncamere Sicilia di essere un soggetto che ha anche notevoli capacità di progettazione e programmazione, che ha sempre svolto un ruolo di stimolo, di raccordo con con la classe politica ed economica della Sicilia, ma questa volta credo che non è stata rispettata una progettazione unitaria di tutta la realtà economica siciliana e su ciò, sicuramente, ha pesato il fatto che la provincia di Siracusa non abbia più la propria autonoma Camera di Commercio. Tuttavia, ha concluso Vinciullo, sono fiducioso e credo che si possa immediatamente riparare a questa dimenticanza che viene vissuta come un’ulteriore disattenzione, sicuramente non voluta, nei confronti del nostro Territorio. Navigazione articoli Siracusa, commemorazione dei defunti: orari autobus da e per Cimitero Si torna all’ora solare, da stanotte lancette dell’orologio indietro di un’ora