I carabinieri di Noto hanno arrestato per maltrattamenti in famiglia e sequestro di persona Ben El Mechri Ezzeddine e Gdida Hassine, entrambi cittadini tunisini classe 1985, da alcuni anni stabilmente residenti nel comune di Pachino ove lavorano come braccianti agricoli.

Fondamentale, per porre fine all’ennesimo episodio di violenza consumato tra le mura domestiche, la volontà della vittima, moglie di Ben El Mechri Ezzeddine, di denunciare le vessazioni subite sin dall’inizio della loro conoscenza. La coppia, infatti, ha iniziato a frequentarsi nel settembre scorso, convolando poco dopo a nozze. Ma da subito sono iniziate le incomprensioni, a cui l’uomo era solito porre fine prima con minacce e poi con aggressioni fisiche. Aggressioni che, ormai, erano divenute all’ordine del giorno, scatenate dalle più banali motivazioni. La donna, però, sperando nel ravvedimento del marito o, forse, temendo ulteriori e peggiori conseguenze per se stessa e per il figlio di 15 anni avuto da una precedente relazione, non ha mai fatto ricorso a cure mediche né ha mai denunciato quanto accadeva in casa. Tale escalation di violenza ha raggiunto l’apice nel corso della serata di ieri quando, al culmine dell’ennesima discussione, la donna ha comunicato al marito la propria intenzione di andare via di casa e di denunciare tutto ai carabinieri. Da qui le minacce di morte e l’ennesima aggressione fisica, cui la donna è riuscita a sottrarsi dandosi alla fuga, approfittando anche dello stato di ebbrezza alcoolica in cui il marito versava. La donna si è immediatamente recata in caserma denunciando tutto ai carabinieri e riferendo, in particolare, che l’uomo aveva con sé il figlio e che, con l’aiuto di un suo parente, lo aveva rinchiuso in una non meglio specificata abitazione al fine di convincerla a non denunciare ed a ritornare a casa.

I Carabinieri hanno avviato le attività info-investigative del caso, ponendosi alla ricerca di Ben El Mechri Ezzeddine, cercandolo, in particolare, tra le persone che era solito frequentare e contattandolo al telefono. Sentitosi ormai braccato, l’uomo ha fatto uscire di casa il figlio della moglie venendo subito dopo rintracciato e bloccato dai Carabinieri. Poco dopo i militari rintracciavano e conducevano in caserma anche Gdida Hassine, proprietario dell’abitazione in cui il giovane era stato rinchiuso per tutta la serata: l’uomo dovrà rispondere in concorso del reato di sequestro di persona. Condotti in caserma, i due uomini sono stati dichiarati in stato di arresto e, al termine delle formalità di rito, tradotti presso le rispettive abitazioni al regime degli arresti domiciliari in attesa della celebrazione del rito direttissimo presso il Tribunale di Siracusa.

 

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