Un viaggio tra immagini, parole, suoni e territorio: lo spettacolo che diventa documentario e prodottomusicale allo stesso tempo per promuovere la cultura, conoscere la Sicilia e svelarne i suoi tesori la suastoria millenaria. Questo viaggio ci porta a Melilli, alla scoperta delle sue più intime bellezze storiche,accendendo i riflettori sulla Cava Pirrera di Sant’Antonio dove ritroviamo i musicisti Alfio Antico, Roy Paci,Manuela Ciunna e la danzatrice Giulia Berretta, protagonisti del primo episodio del video documentario“Le Pietre di Melilli” (link https://youtu.be/q4eI9a5WRZg), accompagnati dalla narrazione di ElianaChiavetta e la regia di Lino Costa. Un progetto promosso dal Comune di Melilli, presentato in conferenzastampa dal primo cittadino Giuseppe Carta Il nostro territorio è una miniera di cultura e di bellezze naturaliche meritano di essere valorizzate – afferma il sindaco di Melilli, Giuseppe Carta – e per questo motivoabbiamo intrapreso un percorso virtuoso per riportare Melilli e le sue meraviglie al centro dei circuiti turisticie culturali del Sudest della Sicilia”. Il documentario Le pietre di Melilli si inserisce perfettamente in questopercorso che ha come obiettivo quello di sviluppare e far conoscere nel mondo il brand Melilli, terrazza degliIblei e contestualmente porre le basi per un processo interno di sensibilizzazione ed educazione alpatrimonio ambientale e culturale. La grande valenza degli artisti coinvolti e la professionalità dellaproduzione sommati all’incanto naturalistico della Cava Pirrera di Sant’Antonio, fanno di questo progetto unfiore all’occhiello della nostra produzione culturale”.La realizzazione del video, a cura dell’Associazione culturale Sopra la Panca, in collaborazione conl’Associazione Fraxart Sicilia e Puntoeacapo Srl, è stata possibile grazie al lavoro del Comitato di Tutela eValorizzazione del Territorio guidato da Rosario Cutrona e al grande lavoro di squadra: “Con il video LePietre di Melilli il percorso politico di promozione del territorio comincia a prendere forma e a raggiungere icanali regionali e nazionali – spiega Cutrona – La bellezza ritrovata della Pirrera di Sant’Antonio, cheidealmente abbiamo eretto a monumento della Terrazza degli Iblei, sarà mostrata, raccontata e esaltata daartisti unici. E’ stato un ottimo lavoro di squadra coordinato dal gruppo di esperti locali che ho l’onore dipresiedere. Vi aspettiamo a Melilli, la Terrazza degli Iblei!”. Dando seguito alla primo capitolo del format narrato da FemaleTrouble al Castello della Zisa, “Le Pietre diMelilli” presenta un modo nuovo di raccontare una storia antichissima, rileggendo il territorio attraverso ilinguaggi artistici contemporanei: qui arte e tradizione si fondono in uno spettacolo di artisti del panoramasiciliano in simbiosi con i luoghi più suggestivi di Melilli, tra cui la Pirrera di Sant’Antonio, che custodisce lastoria di oltre 500 anni di vita economica e sociale di Melilli. Commenta così Nuccio La Ferlita: “Il nostrointendimento è quello di valorizzare e promuovere le bellezze architettoniche antiche e moderne attraversolo spettacolo, la musica soprattutto ma anche la danza e altre forme d’arte. Far conoscere le bellezze piùnascoste e meno conosciute della Sicilia, tentando di avvicinare i giovani e il pubblico meno attento eappassionato di archeologia. Vogliamo catturare la loro attenzione e fare emergere le meraviglie cheabbiamo fortunatamente ereditato dai nostri antenati. Innegabile la nostra passione per un lavoro cheamiamo e che crea bellezza e è un indotto economico fondamentale anche per la nostra economia e per ilnostro star bene, la cultura fa bene a tutto.”Parola d’ordine: contaminazione. Quella tra i tamburi e la ricercatezza di Alfio Antico forse l’ultimodepositario di un sapere tradizionale e allo stesso tempo un innovatore per il suo lavoro di sul tamburo, nelsuono e nella costruzione: “Mi ha emozionato questa esperienza, sono sincero – commenta Antico– è unterritorio che conosco molto bene a cui sono legato, mi ha commosso riconoscere alcuni punti e tornareindietro a 40, 50 anni fa quando pascolavo in quegli stessi luoghi portavo al pascolo le pecore, il tempopassa la vita cambia, adesso sono un artista e ringrazio davvero per avermi invitato e coinvolto in questoprogetto e in questo luogo imponente come la Pirrera di Sant’Antonio. È stata una grandissima esperienza,ringrazio tutti, voglio bene alla mia terra”.Sonorità che hanno ispirato la danza di Giulia Berretta, a piedi nudi sulla pietra centenaria della Pirrera, chelei stessa ha definito “una delle più suggestive esperienze nell’ambito della danza – mi sono lasciatatrasportare da un contesto in cui protagonista era la semplicità e maestosità del luogo – afferma Giulia –Nel rispetto di un ambiente così naturale, vero e per nulla artefatto ho preferito non programmare alcunacoreografia, ma piuttosto lasciare che fosse l’ambiente e la musica a darmi la giusta ispirazione, creandouna danza primordiale e selvaggia”.Riecheggiano per tutta la Pirrera e lungo i Sentieri delle cento scale le vibrazioni della musica di Roy Paciche si dice “felicissimo di aver dato il suo contributo ad un territorio che mi sta tanto a cuore, che habisogno di essere valorizzato. La Pirrera che a seconda dei suoni e delle vibrazioni della mia musica reagisce:è la natura!” Con le note sfiorate in acustica da Manuela Ciunna per rendere omaggio alla Sicilia, con una performancericca di emozioni, sentimenti, profumi, semplicità̀ “Felice di aver partecipato – commenta Manuela – congrandi artisti e di aver dato il mio contributo con il mio inedito Vicè dedicato alla mia Sicilia”, commenta.Elegante e accogliente, a condurci per mano è ancora una volta Eliana Chiavetta, volto e voce narrante cheha curato l’adattamento dei testi: “Raccontare integralmente la miriade di lavori e opere, e l’infinità di vitalegata alla pietra bianca melillese sarebbe stato impossibile. Con le parole abbiamo narrato la trama diquesti luoghi, ma portare l’arte all’interno della cava ci ha permesso di restituire allo spettatore anche laprofonda energia che continua a sprigionare”.Commenta così il regista Lino Costa: “Già dal primo sopralluogo, noi che abbiamo lavorato al progetto, cisiamo sentiti come a casa. Abbiamo abitato la montagna per più di una settimana sentendo di giorno ingiorno una crescente e avvolgente sensazione di appartenenza ancestrale. Portare Musica e Danzaall’interno della cava è stato come fare esplodere l’energia del posto”.Prende vita così un melting pot di voci, parole, suoni e danza che riporta al cuore della città e ai monumentiche trasudano la sua storia, giungendo alla consapevolezza che Melilli è un giacimento culturale unico nelsuo genere in tutto il Mediterraneo. Navigazione articoli Siracusa. Visite guidate a Villa Reimann per il periodo delle festività natalizie Canicattini Bagni, Biblioteca comunale: “Autentica risorsa culturale per il territorio”