“Ultima estate senza cantieri? No, grazie“. Di fatto è questo il messaggio che vogliono lanciare le associazioni No Ponte, insieme ai movimenti sociali e ambientalisti che si riuniranno nuovamente il prossimo 12 agosto per un corteo a Messina.

“Nelle intenzioni di Matteo Salvini, Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild, e Pietro Ciucci, ad della riesumata s.p.a. Stretto di Messina, – dichiarano – quella che stiamo vivendo sarà l’ultima estate senza i cantieri del ponte sulle due sponde dello Stretto di Messina. Secondo il triste cronoprogramma che stima i tempi del riavvio dell’iter di progettazione e costruzione dell’opera, a luglio 2024 dovrebbero essere messe in moto le ruspe. Si sarebbe, quasi, tentati di dirsi ‘Godiamocela, finché è possibile’ …e invece NO”.

“Ponte? A rimetterci sarebbero i cittadini”

E proseguono: “Noi, le no ponte e i no ponte, i movimenti sociali e ambientalisti, siamo dell’idea che sia proprio questo il tempo di fermare la devastazione delle città delle Stretto: prima che cominci”.

Poi il richiamo al successo della manifestazione dello scorso 17 giugno, dove “migliaia di persone sono accorse nel luogo-simbolo della devastazione, dove dovrebbe sorgere il pilone del ponte, e hanno lanciato una prima avvisaglia di resistenza”.

E i No Ponte sottolineano che dalla nascita dei cantieri “a rimetterci sarebbero i cittadini che pagherebbero due volte i lavori del ponte: la prima volta come abitanti, sottoposti a una quotidianità infernale in mezzo ai cantieri che apriranno da Torre faro a Contesse e oltre, dalla durata imprevedibile se la si commisura con i tempi di realizzazione delle opere pubbliche in Italia e se si tiene conto degli inevitabili imprevisti che implica ogni opera di tale portata; la seconda volta da contribuenti, che si vedrebbero sottratte risorse pubbliche che andrebbero utilizzate per opere utili al territorio”.

Infine l’annuncio: “Il 12 agosto alle 18:00, in piazza Cairoli, al corteo No Ponte mescoliamo ancora una volta i nostri desideri, facciamo ancora una volta sentire le nostre voci e tutta l’energia che opponiamo alla devastazione dei territori”. Ci sarà anche un piccolo campeggio “per accogliere chi verrà da fuori e ritagliare un momento di riflessione e confronto collettivo”, l’11, 12 e 13 agosto.

“Perché – concludono – la lotta contro il ponte è rabbia contro la devastazione e lo sfruttamento del territorio, è ferma volontà di impedire la costruzione di un’opera inutile e dannosa, ma è anche amore, desiderio, immaginazione, creazione di qualcosa che non c’è e potrebbe essere”.

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