Ben 441 morti tra i migranti – che rischiano la vita attraversando ogni giorno il Mediterraneo centrale per fuggire dalla loro terra e cercare una nuova occasione in un altro Paese – solo nel primo trimestre del 2023: è il terribile dato riportato dal progetto Missing Migrants dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM).

Si tratta, purtroppo, del dato più alto registrato dal 2017. Una crisi umanitaria con pochi precedenti, che negli ultimi giorni ha fatto discutere molto non solo in Italia (dove è stato deliberato uno stato d’emergenza nazionale per sei mesi) ma in tutta Europa. Il dibattito va avanti, così come i drammi e le tragedie nel Mediterraneo: tra le ultime quella di Cutro, che ha portato alla morte di decine di migranti (compresi bambini) e lasciato sgomenta l’intera comunità.

Mediterraneo , 441 migranti morti nel primo trimestre del 2023

L’aumento della perdita di vite lungo la rotta marittima più pericolosa del mondo viene rilevato in un momento in cui si registrano segnalazioni di ritardi nei soccorsi e ostacoli alle operazioni di ricerca e soccorso (SAR) delle ONG nel Mediterraneo Centrale.

“La persistente situazione di crisi umanitaria nel Mediterraneo Centrale è intollerabile“, ha dichiarato il Direttore Generale dell’OIM, António Vitorino. “Sono oltre 20.000 le persone che anno perso la vita lungo questa rotta dal 2014 e temo che queste morti siano state normalizzate. Gli Stati devono rispondere. Ritardi e lacune nelle operazioni SAR a guida statale stanno costando vite umane”.

Secondo il report dell’OIM, che registra oltre 400 morti solo nel primo trimestre del 2023, dall’inizio dell’anno si sarebbero verificati almeno 6 incidenti tragici in mare e circa 127 persone sarebbero morte anche per i ritardi nelle operazioni di soccorso.

E la situazione non sembra migliorare. L’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni, infatti, scrive: “Nel weekend di Pasqua 3.000 migranti sono giunti via mare in Italia e il numero totale di arrivi è ora di 31.192. Una nave con circa 800 persone a bordo è stata soccorsa martedì 11 aprile a più di 200 km a sud-est della Sicilia dalla Guardia Costiera italiana con l’assistenza di una nave commerciale. Un’altra nave con circa 400 migranti è stata alla deriva tra l’Italia e Malta per due giorni prima di essere raggiunta dalla Guardia Costiera italiana. Non tutti i migranti di queste barche sono ancora sbarcati in Italia”.

Salvare vite è un obbligo legale per gli Stati“, aggiunge Vitorino. “C’è bisogno di un coordinamento, a guida statale, nelle operazioni di ricerca e soccorso. Guidati dallo spirito di condivisione delle responsabilità e della solidarietà, chiediamo agli Stati di lavorare insieme per ridurre la perdita di vite lungo le rotte migratorie”.

Le morti documentate nei primi tre mesi dell’anno sono 441, ma per gli analisti del Missing Migrants Project si tratta di una sottostima. Esistono infatti centinaia, se non migliaia, di “naufragi invisibili”, con morti e dispersi altrettanto invisibili.

OIM: “Servono azioni concrete”

Per gestire la questione migranti, di certo non nuova ma tornata al centro del dibattito pubblico in un momento storico molto delicato, servono interventi. E su questo l’OIM ha le idee chiare: serve un sistema SAR efficiente e a guida statale, assieme a un insieme di misure da parte dei singoli Stati a sostegno delle attività delle Ong e dei soccorritori del mare e a interventi mirati contro la criminalità organizzata operativa nel traffico di migranti.

“Chiediamo anche ulteriori azioni concertate per smantellare le reti criminali di traffico di esseri umani e per perseguire coloro che approfittano della disperazione dei migranti e dei rifugiati facilitando viaggi pericolosi”, aggiunge l’organizzazione in una nota.

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