“Un segnale importante verso le famiglie che hanno subito gli aumenti delle rate e che si trovano ad avere una perdita del poter di acquisto e una minore liquidità disponibile”. Così il parlamentare nazionale di Fratelli d’Italia, Luca Cannata, commenta i tre strumenti messi in campo e varati da Abi per supportare le famiglie. L’Abi, con una circolare condivisa dal Ministero dell’Economia, ha invitato le banche, affinché adottino misure per supportare le famiglie che sono già in difficoltà nel pagamento delle rate mutui a tasso variabile.

Le banche sono chiamate a intervenire affinché “ai primi segnali di possibili difficoltà il titolare del mutuo si rivolga alla propria banca per valutare le possibili soluzioni”. E per chi si trova in difficoltà e non ha pagamenti scaduti da 90 giorni o oltre, è possibile “concordare con la propria banca l’allungamento della durata del proprio mutuo o chiedere una revisione di altre condizioni contrattuali”. In particolare, la soluzione prospettata prevede di bloccare entro un determinato ammontare la rata per alcuni mesi e spalmare su un tempo più lungo in finanziamento. La circolare ricorda che “coloro che hanno scelto un mutuo a tasso variabile in Italia hanno ulteriori possibilità per modificare le condizioni contrattuali: la surrogazione o portabilità dei mutui, che consente – senza spese – di cambiare la banca mutuante e modificare le caratteristiche del finanziamento originario; la rinegoziazione dei contratti di mutuo ipotecario introdotta” dalla legge di Bilancio 2023, “per cui il mutuatario ha il diritto di ottenere, a determinate condizioni, la trasformazione del mutuo da tasso variabile a tasso fisso”.

Le condizioni previste dalla legge sono un mutuo entro i 200mila euro e un Isee di 35mila euro. Ma il tetto Isee potrà essere elevato fino a 45mila euro per i clienti che sono già in difficoltà con i pagamenti.  “Il Governo da settimane – aggiunge il parlamentare siciliano – ha avviato un dialogo con gli istituti di credito per arrivare a una soluzione che consenta di non far lievitare in maniera incontrollata le rate dei mutui a tasso variabile. La politica monetaria della Bce, che da un anno ha intrapreso una serie di rialzi dei tassi con l’obiettivo di frenare l’inflazione e riportarla attorno al 2%, ha spinto in alto le rate dei mutui variabili”.

Esiste, inoltre, la possibilità di sospendere il pagamento delle rate dei mutui per le famiglie in difficoltà attraverso l’attivazione da parte delle banche del Fondo di solidarietà per i mutui per l’acquisto della prima casa. Nel documento di ABI condiviso dal Mef si ricorda, infine, come “il mercato dei mutui per l’acquisto della casa rappresenta la parte più rilevante del credito alle famiglie con oltre 425 miliardi di euro di consistenze (maggio 2023), di cui il 63% a tasso fisso e il 37% a tasso variabile. Se si considerano le nuove erogazioni di mutui a tasso variabile, oltre il 30%, prevede un tetto al tasso di interesse”.

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