Mentre nella cittadina barocca, stracolma di turisti,  per il matrimonio glamour dell’anno, rischia di passare del tutto inosservata una vicenda di abuso edilizio ad Eloro, in zona rossa, ovvero zona vincolata perché area archeologica e con presenza di macchia mediterranea, a  soli 34 metri dalle mura della città greca. Una vicenda che potrebbe sembrare marginale rispetto alle criticità del momento ( questione Ospedale Avola-Noto, disfunzione nel sistema della raccolta rifiuti, mancanza d’acqua, di parcheggi,  assenza di piano del traffico ecc.) che rendono difficile e caotica la vita dei cittadini, ma che a nostro avviso appare emblematica di quel malcostume che in offesa alle leggi  di tutela del territorio, permette al privato portatore di interesse di agire indisturbato nonostante segnalazioni, esposti, ordinanze. Il tema è perciò  molto grave e va oltre l’ interesse di alcuni cittadini, che sembra a questo punto quasi “pernicioso” e irritante, ad esigere il controllo del territorio e il rispetto delle leggi, ma rimanda al senso ultimo della garanzia e della fiducia che il cittadino ripone in chi è preposto all’applicazione di tali leggi. Questa cronistoria di un abuso annunciato è un esempio di inadempienze e disattenzioni che allontana il cittadino dalle Istituzioni mettendone in discussione quel patto di collaborazione, salvo il quale, forse, le cose potrebbero andare meglio.

Ma veniamo ai fatti.

Nel febbraio del 2016 un privato presenta un progetto per la recinzione in muro a secco di un lotto di terreno di sua proprietà adiacente alle mura della città greca di Heloros. Cominciano dei lavori. Nell’ottobre dello stesso anno il movimento Passione Civile e l’associazione Notoambiente  si prendono la briga di verificare cosa stesse succedendo e  accedono agli atti.

Nel progetto presentato si legge però che non vi è alcun muro a secco preesistente ma solo alcune tracce:“il terreno risulta incolto e non recintato”. Dunque non è consentita una recinzione ex novo. Qualche mese dopo la Soprintendenza di Siracusa autorizza il ripristino solo dei muri a secco preesistenti.  L’ufficio tecnico del Comune rilascia l’autorizzazione edilizia ma esattamente il giorno dopo il Dirigente del suddetto ufficio ordina l’immediata sospensione dei lavori “perché dagli elaborati allegati non si evince l’effettiva  garanzia del diritto di accesso alla spiaggia libera”. Con un’ispezione i funzionari accertano che il lotto non presenta confini ben definiti e quindi viene pubblicata un’ordinanza di revoca dell’autorizzazione edilizia (n.17/2016 ) perché “esistono pochi metri di muro a secco, per cui si tratterebbe di una recinzione ex novo”. Qualche giorno dopo viene effettuato un altro accertamento da parte dell’ufficio tecnico dello stato dei luoghi (erano presenti rappresentanti di Passione Civile e di Notoambiente). Si verbalizza ancora una volta che esistono pochi metri di muro a secco.

 

Intanto il committente, anche con l’uso di mezzi meccanici, apre stradelle e distrugge la macchia mediterranea e  non tenendo conto dei precedenti pareri, annuncia l’inizio dei lavori di recinzione in base alla legge regionale n. 37/08/1985 che consente ad  un proprietario di edificare un muro di recinzione senza alcun permesso. Ma siamo in zona rossa del piano paesaggistico..

Altro sopralluogo da parte dell’Ufficio Tecnico. Intanto il proprietario fa scaricare lungo il perimetro del suo lotto la pietra per la recinzione.

Si verbalizza stavolta che dato lo stato dei luoghi non è possibile stabilire la presenza di un muro a secco preesistente.

Si contraddicono così i tecnici del committente e quanto verbalizzato precedentemente dal Dirigente e dal funzionario dell’ufficio tecnico.

Interviene nuovamente la Soprintendenza (a cui nel frattempo sono pervenute alcune foto dei lavori in corso) che ordina la sospensione immediata dei lavori. Tale ordinanza doveva essere eseguita dai VVUU di Noto.

L’ordinanza non è mai stata revocata ma neanche eseguita.

Siamo al 31 maggio del 2016 : i rappresentanti delle associazioni Sciami, Notoambiente e Case Sparse denunziano, presso gli uffici della guardia di Finanza, quello che stava succedendo ad Eloro ( cioè una recinzione senza autorizzazione).

Trascorre l’estate e nell’autunno del 2016 l’Ufficio tecnico del Comune di Noto procede con un altro accertamento.  Si prende atto nel  verbale che il lotto di terreno è stato recintato con muratura a secco contrariamente a quanto autorizzato dalla Soprintendenza:“che l’intervento dei muri a secco sia limitato al ripristino dell’esistente”.

Il verbale viene spedito alla Guardia di Finanza.

Non succede niente.

Agli inizi dell’anno successivo (01/02/2017) il movimento Passione Civile, e le associazioni  Notoambiente, Natura Sicula  chiedono chiarimenti alla Soprintendenza riguardo al muro a secco edificato ex novo invece di ripristinare l’esistente; si notifica che la  ditta ha completato i lavori nonostante l’ordinanza di sospensione e che  contrariamente al progetto presentato, sono stati edificati non uno ma due cancelli.

 

La Soprintendenza non ha mai risposto.

 

Arriviamo in tempi più recenti. Il 25/06/2018 viene inviato un esposto alla Procura della Repubblica e al Commissariato di Noto. L’esposto viene inviato anche al Sindaco Di Noto.

Si denunzia, ribadendo i sopracitati tre punti, la mancata risposta della Soprintendenza.

Nell’esposto indirizzato al Sindaco di Noto e al Dirigente dell’Ufficio Tecnico  si insiste sulla presenza di un cancello-sbarra ad Eloro in un lotto di proprietà del Comune. Il cancello, probabilmente abusivo, è gestito da un privato.

 

Dal 1 agosto al 6 agosto nel sito in oggetto vengono messe a dimora baracche, pali di luce, serbatoi ecc.

Il 5 agosto vengono inviate al Sindaco le foto dei lavori eseguiti. Il Sindaco risponde che saranno effettuate indagini.

Il 06 agosto, sbigottiti per quanto succede nell’indifferenza e nonostante le ripetute segnalazioni nell’arco di due anni, si invia al Sindaco il seguente messaggio:

Oasi bar Eloro pronto per l’inaugurazione. Tutto pronto per la notte di San Lorenzo. Servizi semplici ed essenziali: parcheggio custodito, docce, aperipranzo, apericena, legna per falò già accatastata sulla spiaggia. Vista mare, vista scavi, vista colonna Pizzuta. Sito web in costruzione, link TriAdvisor as well. Massiccia presenza di operai, carpentieri, elettricisti.-

Intanto Lei indaghi, signor Sindaco.

E’ la provocazione esasperata di cittadini che sono stufi di non essere ascoltati!

Il Sindaco il 9 agosto risponde che sono stati apposti i sigilli e che il Giudice ha convalidato il sequestro.

 

La zona è oramai compromessa, la struttura e i manufatti non sono stati rimossi e fanno e faranno bella mostra di sé chissà ancora per quanto. Questo non sarebbe successo se i funzionari, oltre a ratificare l’abuso e la difformità  avessero predisposto un minimo di controllo.

Se il Sindaco avesse letto le nostre note del 25/06/2018 e fosse intervenuto, non saremmo a questo punto.

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