C’è ancora tensione nella Casa di reclusione di Noto. Lo comunica il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, per voce di Salvatore Gagliani, dirigente del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Martedì e mercoledì alla Casa di reclusione di Noto hanno protestato i detenuti. I sempre più frequenti malumori in tutta Italia coinvolgono anche le così dette “isole felici” dove i detenuti protestano pacificamente sbattendo nelle inferriate per un guasto alle linee telefoniche e per il sopravvitto che non garantisce alcuni prodotti che comprano”.

“La Polizia penitenziaria ha sempre tenuto sotto controllo la situazione – assicura il sindacalista – ma i pochi agenti di cui dispone il carcere ci lascia preoccupati, così come ci preoccupano le dodici ore di lavoro continuative che mettono a dura prova i Baschi Azzurri della Casa di reclusione di Noto. Una protesta tipica tra i detenuti, detta ‘battitura’, che per parecchio tempo crea un clima quasi insostenibile all’interno dei penitenziari”.
“Dobbiamo denunciare – dichiara ancora Gagliani – che ci troviamo di fronte a un penitenziario gestito in malo modo: detenuti di medio/basso livello con un fine pena medio sotto i tre anni, tranne 2 sezioni tutti chiusi e senza attività ricreative, socialità, e altro che posso allentare la sofferenza rendendo più vivibile il penitenziario”.

Pieno sostegno alle rivendicazioni del SAPPE di Noto arriva da Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.

“Si adottino con urgenza provvedimenti necessari per salvaguardare la sicurezza del carcere di Noto e – commenta il leader del SAPPE – ci attiveremo presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, affinché le giuste proteste dei colleghi di Noto trovino attenzione e conseguenti provvedimenti”.

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