Oggi, 23 maggio, ricorre il 31° anniversario della Strage di Capaci, in cui persero la vita Giovanni Falcone, la moglie, Francesca Morvillo e gli agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Ed è per questo che si celebra, in tutta Italia, La Giornata della legalità per commemorare le vittime di tutte le mafie e, in particolare, ricorda gli attentati ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino del 1992.
Alla ricorrenza, istituita nel 2002, partecipano associazioni e istituzioni, ma soprattutto gli studenti, per testimoniare il loro dissenso verso le mafie e rinnovare l’impegno civile della società.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani onorerà, come ogni anno, la memoria dei caduti sui propri canali social.
La lotta alle mafie parte proprio dalla scuola. Educare i giovanissimi alla legalità significa renderli sempre più autonomi nello spirito critico, ma rispettosi dei diritti, delle norme giuridiche e delle libertà altrui.

È fondamentale preservare e diffondere, in ogni aula scolastica, l’etica e la moralità tramandate dalle vittime assassinate crudelmente dalle mafie. La violenza è alla base di ogni assassinio, ma la disumanità esemplare, tribalmente mediatica, intenzionalmente voluta dai boss di Cosa Nostra ha raggiunto vertici inusitati, scombinando dall’interno l’equilibrio delle forze governative, che hanno trovato una nuova stabilità, grazie, soprattutto, allo sdegno popolare: nella terra in cui la criminalità organizzata dettava le regole e vigeva l’omertà, migliaia di onesti cittadini si sono radunati in strada per affermare a testa alta, con coraggio e determinazione, l’affermazione di una società basata sulla legalità e la solidarietà.

Proprio da quello sdegno e da quella volontà di riscatto si deve ripartire, per creare una società diversa come la sognavano e sognano tanti martiri della legalità.
La legalità ha una sua funzione nel momento in cui si esplicita in conoscenze dei principi che regolano la convivenza tra aggregazioni di persone sempre più estese, complesse e interconnesse e comporta anche l’interiorizzazione di regole condivise, che non costituiscono un’imposizione, ma il cuore pulsante di una società garante della libertà e dignità del singolo individuo.

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