Mucche, capre e pecore che si muovono indisturbate e pascolano liberamente all’interno della riserva naturale orientata di Cavagrande del Cassibile. Quasi tremila ettari di riserva – divisa tra i comuni di Avola, Noto e Siracusa – per il canyon più profondo d’Europa con i laghetti dove, però, da anni si devono fare i conti con il vincolo di inaccessibilità. Per le persone, dunque, c’è un divieto d’accesso – discusso e spesso non rispettato – dovuto all’instabilità di alcune pareti rocciose, venuta fuori dopo la chiusura in seguito a un devastante incendio del giugno del 2014.

“Nell’area protetta di protetto c’è ben poco – denuncia Fabio Morreale, presidente di Natura Sicula – Gli animali pascolano ovunque, anche all’ingresso, sotto gli occhi del personale della riserva. E, come tutte le greggi, anche questo è accompagnato da alcuni cani pastore. Altra violazione al regolamento della riserva, dove è vietato introdurre cani“. Del resto si tratta di una zona A della riserva naturale di Cavagrande del Cassibile, esattamente nella zona di Carrubella.

Per questo, l’associazione ambientalista ha inviato una segnalazione agli uffici siracusani e anche a quelli regionali di Palermo: dal corpo forestale all’ispettorato ripartimentale della foreste fino al dipartimento dello Sviluppo rurale e territoriale. “Nessuna azione di contrasto abbiamo riscontrato finora – lamenta il presidente di Natura Sicula – avendo trovato inalterata la situazione a distanza di due settimane, da quando abbiamo inviato la prima segnalazione all’ufficio siracusano dell’ente gestore, il dipartimento dello Sviluppo rurale“.

Stando a quanto denunciato dall’associazione ambientalista, non si tratterebbe di un singolo episodio in cui bovini e ovini sono stati sorpresi a pascolare tranquillamente in un’area in cui anche la vegetazione dovrebbe essere tutelata. “Il pascolo è, diciamo così, tollerato – sottolineano gli attivisti – E si tratta di una consuetudine che sta impoverendo gravemente la biodiversità dell’area protetta. Una tolleranza che è inaccettabile“. Anche perché va in direzione contraria alle finalità della riserva di “conservare la vegetazione naturale, ripristinare la vegetazione forestale mediterranea nonché difendere e incrementare la fauna mediterranea“.

Una situazione che è stata riportata, punto per punto, nella segnalazione agli organi che dovrebbero tutelare la riserva naturale. “Non solo per segnalare le gravi infrazioni – spiega Morreale – ma anche per sapere dai destinatari quali azioni, ciascuno per le proprie competenze, metteranno in atto per realizzare gli opportuni accertamenti per contestare il pascolo abusivo e l’omessa guardiania“.

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