Il Governo è pronto ad affidare a Webuild (erede del Consorzio Eurolink) l’aggiornamento del progetto definitivo per la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Bisognerà, però, adeguarlo alle nuove tecnologie e i costi ovviamente saranno diversi.

La mandataria del Consorzio Eurolink era la società Impregilo che, assieme alla Salini Costruzioni, è confluita nella più grande holding del settore edile in Italia e tra i più importanti in Europa e nel mondo. Qualunque altra scelta esporrebbe lo Stato italiano a nuovi contenziosi, mentre con Webuild si chiuderebbe la battaglia legale che vede contrapposti da un decennio il ministero delle Infrastrutture e la Impregilo con le altre aziende.

“Per realizzare il Ponte sullo Stretto di Messina ci vorrebbero sei anni, pronta consegna – affermò l’ad di Webuild, Pietro Salini, nell’estate dello scorso anno al Tg2 –. Io penso che questa sia una sfida che l’Italia non può perdere perché è una vetrina internazionale di una dimensione tale che non ci possiamo permettere di non avere. È la sfida che il Paese lancia al resto del mondo per far vedere la sua tecnologia, la sua capacità di realizzare le cose“. Salini indicò la cifra di «100 mila posti di lavoro», oggi ripresa dal ministro Salvini e poi ribadì l’importanza concreta e simbolica di quest’opera: “Io credo che l’attenzione di tutti vada collocata sul Sud, dobbiamo dare occasioni di crescita, non possiamo pensare che l’unico datore di lavoro sia il malaffare. Dobbiamo essere capaci di creare le condizioni per cui il Sud si possa sviluppare, si possano fare investimenti e ci possano essere imprese“. separate e ci ricordano l’Odissea ma forse riusciamo a unire questi due pezzetti d’Italia».
E poi le dichiarazioni, oltre che di Salini, anche di Massimo Ferrari, che di Webuild è il “general manager corporate and finance”: “La realizzazione del Ponte sullo Stretto è stata affidata al nostro Gruppo molti anni fa, dopo 30 anni di analisi e valutazioni di tutti i tipi, ed una gara internazionale che abbiamo vinto. È stato in seguito deciso di non avviare i lavori, ma investire nell’Alta velocità ferroviaria fino a Palermo non ha senso senza il Ponte. È nell’interesse del Paese investire in settori come le infrastrutture per la mobilità sostenibile. Ricordiamo che l’infrastruttura ha un effetto moltiplicatore molto alto, maggiore di 1,3. È in grado di creare occupazione e stimolare la crescita economica“.

Adesso, la notizia che il Governo Meloni accelera: che sia la volta buona?

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