Il Sinalp Sicilia chiede un incontro per la definitiva chiusura della precarizzazione dei lavoratori negli enti pubblici regionali. “La Legge di Stabilità 2020/2022 certifica il diritto alla stabilizzazione dei lavoratori ASU che finalmente dopo 23 anni, hanno diritto ad un futuro e cancellare un’uscita sicuramente “poco felice” di un importante esponente del Parlamento Siciliano che li etichettava, non come lavoratori ma soltanto come “sussidiati” quindi non titolari di alcun diritto, pensiero questo che ci lascia veramente perplessi.” Così in un comunicato, diffuso dalla Direzione regionale SINALP, a nome del suo segretario, Andrea Monteleone e rivolto al Governo siciliano. “La Legge di Stabilità 2020/2022 è l’ennesima norma che vuole mettere chiarezza in un comparto che rasenta la più becera illegalità perpetrata contro esseri umani che hanno la sola colpa di non essere considerati “lavoratori” da quello Stato al quale hanno dato fiducia. Bisogna mettere la parola fine a 23 anni di illegalità avviando un percorso vero e certo che punti alla riduzione del “bacino” tra fuoriuscita, prepensionamento e stabilizzazione. La politica deve agire concretamente sul comparto e rendersi conto che ormai gli ASU, sempre per un vergognoso assegno sociale di 590 euro mensili e senza alcun euro di contributi versati, hanno sostituito in tutto e per tutto i dipendenti degli enti pubblici presso i quali sono comandati, visto che nel tempo i dipendenti storici sono andati in pensione senza essere sostituiti da nessuno”. “L’evidenza dell’ormai cronica carenza di personale negli enti pubblici – prosegue il comunicato – ha finito con l’assegnare agli ASU un ruolo determinante nel mantenere in piedi servizi di pubblica utilità essenziali per la sopravvivenza del nostro sistema sociale ed economico.Parecchi uffici pubblici ormai si reggono e continuano ad erogare servizi solo grazie agli ASU che hanno sostituito in tutto e per tutto gli ormai dipendenti pensionati. Non è moralmente ammissibile che lo Stato da un lato combatta, meritoriamente, il lavoro nero in tutte le sue forme e dall’altro di fatto sfrutti “in nero” circa di 5.000 lavoratori ASU presenti in tutta la Sicilia”. “Il Sinalp – sostiene Monteleone – è sempre stato contrario al maldestro tentativo, avallato da alcune organizzazioni, di dividere i lavoratori ASU, mettendoli contro tra di loro, che la Regione Siciliana aveva fatto approvando quell’art. 11 della L.R. n.1 del 22.02.2019 che di fatto regolarizzava la posizione lavorativa solo di 300 ASU lasciando al loro destino tutti gli altri. Da sempre il Sinalp ritene che la stabilizzazione debba interessare l’intero bacino e il suo crono programma dovrà includere tutti senza esclusione alcuna, e tale è il contenuto della nostra proposta inviata al dipartimento Lavoro ormai da oltre un anno.Il Sinalp, in rappresentanza degli ASU propri iscritti, ha sempre chiesto al Governo Regionale di emanare norme che risolvano in maniera definitiva la questione, seguendo quanto già fatto dalle altre Regioni che hanno chiuso definitivamente la stagione della precarizzazione”. “Purtroppo – si legge ancora nel comunicato – nella miglior tradizione di sopraffazione, sfruttamento, prevaricazione e vessazione questi lavoratori sono costretti a sobbarcarsi, più degli altri, turni, festivi, e domeniche senza poter vantare alcun diritto, spesso nemmeno quelli sanciti da leggi Nazionali come il diritto alla 104, e quando ottengono qualcosa che li accomuni in qualche modo agli altri dipendenti questo è dovuto esclusivamente alla libera interpretazione e bontà d’animo del responsabile dell’ufficio. Con l’avvento della tremenda pandemia che ha colpito la nostra Nazione si è sommata un’ulteriore prevaricazione, un nuovo abuso di potere, verso gli ASU. L’art. 87 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 (cd. Decreto “Cura Italia”) stabilisce che fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-2019, il lavoro agile è la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nelle pubbliche amministrazioni e le amministrazioni pubbliche sono tenute a limitare la presenza del personale negli uffici assicurando esclusivamente le attività ritenute indifferibili e che richiedono necessariamente la presenza sul luogo di lavoro. A tal proposito il Dipartimento Regionale del Lavoro con apposita nota prot. n. 15628 del 20 marzo scorso, ha chiarito che sono applicabili le disposizioni del succitato decreto “Cura Italia” anche al personale ASU e PIP con la condizione che detta misura di tutela per il personale ASU è subordinata all’obbligo di recupero dei periodi di non utilizzo”. “Resosi conto della vergognosa disparità perpetrata nei confronti degli ASU che vengono ulteriormente offesi e traditi dallo Stato – conclude il comunicato – il Dipartimento Regionale al Lavoro ha invitato gli enti pubblici interessati a valutare, fatta salva la eventuale necessità di impiegarli a supporto di attività indifferibili da rendersi in presenza, la possibilità del loro utilizzo in modalità agile semplificata (cd. home working). Il Sinalp ha denunciato tale disparità di trattamento ed ha invitato tutti i lavoratori ASU che dovessero essere obbligati al recupero delle ore di non utilizzo a opporsi a tale imposizione e mette a disposizione il proprio ufficio legale per tutelare il diritto all’equiparazione tra lavoratori”. Navigazione articoli SIRACUSA. UTIL SERVICE: “NESSUNA NUOVA PROTESTA MA OGNUNO RISPETTI IL PROPRIO RUOLO” ASSISTENZA AGLI ALUNNI DISABILI, FIADEL-CISAL INCONTRA SCAVONE: “SI TUTELINO 2 MILA LAVORATORI”