Il progetto europeo “Social Green Deal” vede tra i protagonisti la Cgil di Siracusa, con il suo segretario generale, Roberto Alosi che sarà presente, domani giovedì 5 luglio, all’Università di Fiume (Croazia), alla presentazione del progetto, di cui è capofila la CGIL nazionale e che vedrà al centro dei lavori un focus sui temi della transizione ecologica in Sicilia con particolare attenzione  ai processi di rigenerazione industriale del polo Petrolchimico aretuseo. Il workshop in programma punta l’attenzione alla straordinaria opportunità offerta dalla transizione ecologica, soprattutto nei territori particolarmente esposti come quello siracusano. “Un’importante ed autorevole occasione di confronto europeo sulle aree industriali da rigenerare – dichiara Roberto Alosi – Gestire i processi di transizione ecologica senza lasciare indietro nessuno è un obiettivo fondamentale per tutta la Cgil. La transizione ecologica in aree da rigenerare come la nostra è una sfida e una opportunità straordinaria per tutte le comunità locali coinvolte. La posta in gioco è molto alta se si considerano la struttura industriale del tessuto economico, le caratteristiche socio-demografiche degli abitanti, l’elevata esposizione al rischio ambientale. L’economia del nostro territorio è particolarmente esposta al continuo mutamento dei rapporti commerciali e politici nel mondo dell’oil and gas, così come alla necessità di rinnovo dei propri impianti industriali al fine di abbandonare l’utilizzo e la lavorazione di fonti fossili nel rispetto degli obiettivi di neutralità climatica del Paese e della Comunità Europea. È  necessaria, tuttavia, una classe dirigente all’altezza del compito che ne comprenda l’importanza e sappia dare le risposte necessarie. Per lo studio europeo dei processi di transizione industriale del settore verso la decarbonizzazione è stato scelto il caso del Polo petrolchimico di Priolo Augusta considerato Sito di Interesse Nazionale caratterizzato da aree contaminate molto estese classificate come pericolose per lo Stato Italiano e che necessitano di interventi di bonifica del suolo, del sottosuolo e delle acque superficiali e sotterranee per evitare ulteriori danni ambientali e sanitari. Il nostro distretto industriale, oggetto di studio dal workshop europeo – conclude Alosi – rappresenta uno dei casi paradigmatici della transizione energetica: un sito industriale ‘pivot’  che richiede cioè la trasformazione di alcuni punti chiave della propria strategia industriale e del proprio prodotto per rispondere ad uno scenario in continuo cambiamento e che nel prossimo futuro è chiamato ad abbandonare la maggior parte delle attività legate alla raffinazione del petrolio per intraprendere nuovi percorsi industriali”.

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