Già a giugno del 2010 era cessata l’operatività dell’Ato SR1 e quindi il Comune di Siracusa avrebbe da subito potuto e dovuto provvedere ad indire una nuova gara d’ appalto per la raccolta dei rifiuti solidi urbani. Ciò non è avvenuto e si preferito procedere con nuove proroghe in favore di IGM Rifiuti Industriali Srl.

Dopo quattro anni di inspiegabile stallo, nel dicembre del 2014, il Comune ha finalmente bandito la gara che è stata avviata nel marzo del 2015 per concludersi nel settembre 2016. Ma solo il 1° giugno del 2017 è stato affidato il servizio ed il 4 agosto 2017 è stato stipulato il contratto. Ma cosa è successo tra il settembre 2016 ed il 4 agosto 2017?

L’assessore Coppa ha recentemente dichiarato che per tale periodo nessuna responsabilità può essere attribuita al Comune. Purtroppo, anche quei mesi sono stati persi per la negligenza di chi avrebbe dovuto saper gestire gli atti di gara ma che, a dispetto delle grandi retribuzioni e dei premi percepiti, provoca sistematicamente costi e disservizi a danno della collettività.

Infatti, com’è noto, la prima aggiudicazione in favore della Aimeri/EnergeticAmbiente era semplicemente sbagliata! Tanto che ne è scaturito un ricorso al Tar concluso con la ragione alla seconda classificata IGM Servizi Industriali Srl che si è vista aggiudicare l’appalto solo a giugno 2017, tempo necessario alla procedura di un ricorso che non avrebbe neppure dovuto aver ragione di esistere.

Come già segnalato da Stefano Zito, per tale vicenda, i Giudici puntarono il dito contro il dirigente del Comune di Siracusa che firmò gli atti commettendo un grossolano errore non tenendo da subito conto della irregolarità contributiva che la Aimeri continuava ad avere, escludendola da subito dalla gara.

Il dirigente in questione è il dott. Vincenzo Migliore, ex Direttore Generale del Comune, ex dirigente del Settore Ambiente e attuale responsabile del Settore Sistemi Informativi.

Lo stesso dirigente che è protagonista anche dell’altra vicenda che ha visto il TAR Catania intervenire nell’ aggiudicazione dell’appalto per la gestione dei servizi esternalizzati (Ufficio Tributi, cimitero, etc.), da 12 milioni di euro per 4 anni. Il Tribunale Amministrativo di Catania, nel marzo del 2016, ha annullato l’aggiudicazione alla GSA di Udine, criticando fortemente l’appalto del Comune, redatto e seguito proprio dal dott. Migliore, e ha affidato il servizio alla seconda classificata, l’associazione di imprese SOCOSI/UTIL SERVICE, cioè le stesse cooperative che avevano gestito il servizio nei 15 anni precedenti!

Spiace, quindi, dover smentire le dichiarazioni dell’assessore Coppa secondo cui il Comune non ha alcuna responsabilità. Piuttosto, si ritiene sia giusto dire la verità ai cittadini su quanto siano costati tali errori. E dunque: quanto costa ogni mese di ritardo nella messa a regime del servizio?

È molto più semplice (e drammatico) di quanto cerchino di far credere: per il conferimento di una tonnellata di rifiuto indifferenziato (da cassonetto) si spendono circa 115 €/tonnellata. Ma se accadesse che, come previsto dall’appalto e dalle norme nazionali e regionali, anziché conferire il 93% dei rifiuti come indifferenziati si conferisse solo il 35% come indifferenziati e la restante parte come frazioni differenziate (umido, vetro, carta, plastica ecc..) cosa potrebbe verificarsi?

Presumibilmente, i cittadini potrebbero pagare quei maledetti 115 € a tonnellata solo per il 35% dei rifiuti complessivamente prodotti a Siracusa, mentre per il restante 65% si potrebbe spendere meno (circa 95 € a tonnellata per l’umido che si stima possa attestarsi, mediamente, intorno al 25%), e a contabilizzare, addirittura, dei ricavi economici a seconda delle convenzioni con i consorzi di filiera, ad esempio per una tonnellata di plastica, si potrebbero ricavare dalle 80 € alle 310 € a tonnellata a seconda della tipologia. Per quanto riguarda il primo aspetto, da un calcolo basato sui rapporti reali di raccolta pubblicati dall’Ufficio Speciale per la Differenziata della Regione Siciliana, vengono rilevati dati come dalla tabella sottonotata. Per tale elaborato, sono stati presi in esame i primi dieci mesi del 2017 e sulle stime date dall’ esperienza in altri comuni con caratteristiche simili a Siracusa.

Insomma, fino ad ora, pare siano stati spesi circa 232.000 € per ogni mese di ritardo nella messa a regime della raccolta differenzia a Siracusa quindi, oltre due milioni e mezzo di euro l’anno.

Queste somme devono, per norma nazionale, essere interamente redistribuite sugli intestatari della Tari. Ecco quindi perché a Siracusa si paga la Tari più alta d’Italia. Il calcolo è, purtroppo, ancora parecchio conservativo, perché dovrebbe tener conto anche del ricavo ottenuto per il conferimento di rifiuti correttamente differenziati ai Consorzi di Filiera.

Ancora una volta, si evidenzia una situazione, riguardante la città aretusea, a dir poco anomala. Infatti, sembra che il Comune non sia ancora riuscito a stipulare le convenzioni con i vari Consorzi di Filiera (Corepla, Comieco ecc.) e pare stia avvalendosi di ditte private esterne per la gestione di tali frazioni, con evidente danno economico a causa dei ridotti o mancati incassi percepiti a fronte del materiale conferito.

Pertanto, si pensa che non sia più accettabile che a pagare gli errori dei burocrati della Pubblica amministrazione, siano sempre i cittadini che annegano in un mare di disservizi, mentre i dirigenti continuano a percepire premialità per non si capisce quali obiettivi raggiunti. Alla luce di quanto sopra esposto si resta disponibili per un confronto pubblico su tali tematiche e, cogliendo l’occasione, magari per suggerire come far risparmiare ai siracusani centinaia di euro per ogni famiglia.

 

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