“La montagna ha partorito un topolino. Almeno per quel che riguarda la Sicilia. Da pagina 60 in poi, nella parte della bozza del Piano per il Recovery Fund relativa a trasporti e infrastrutture, per la Sicilia c’è ben poco. E tutto questo nonostante una serie di incontri e ed un ampio documento che la Regione Siciliana ha presentato”. Queste, a caldo, le prime dichiarazioni dell’assessore regionale ai Trasporti, Marco Falcone. “Solo briciole per velocizzare la linea ferroviaria Palermo-Catania-Messina che peraltro – afferma Falcone – ha già altri finanziamenti ad hoc. Il doppio binario infatti è già finanziato con 2 miliardi e mezzo di Fondi europei del 2013 e con fondi Rfi per il completamento delle reti ten T. Non c’è il Ponte, non c’è il tunnel, ci sono soltanto vaghi riferimenti (validi per tutto il Paese) su investimenti destinati a strade, viadotti, ponti”. “Nel Nord- si legge nella bozza– si potenzieranno le tratte ferroviarie Milano- Venezia, Verona-Brennero, Liguria- Alpi e Torino-Lione, migliorando i collegamenti con i porti di Genova e Trieste. Nel centro si rafforzeranno due assi est-ovest (Roma-Pescara e Orte-Falconara). Infine si estenderà l’alta velocità al Sud lungo le direttrici Napoli-Bari e Salerno- Reggio Calabria, velocizzando anche il collegamento diagonale da Salerno a Taranto e la linea Palermo-Catania-Messina”. Nel resto delle pagine vengono illustrate le strategie per gli investimenti, gran parte dei quali vanno a rafforzare il Nord, mentre per quel che riguarda il sistema portuale, il Recovery Fund guarda con molta attenzione Genova e Trieste. “Le opere ferroviarie al nord sono sinergiche con gli investimenti previsti sui porti di Genova e Trieste (aumenteranno la capacità di trasporto merci su ferro dai porti verso l’Europa centrale, mentre al centro miglioreranno i collegamenti con la rete est- ovest”. Si tratta ovviamente di una bozza ma, al di là delle premesse e di un dibattito che aveva evidenziato un’apertura non solo al Ponte o ad altre forme di attraversamento stabile, ma al potenziamento della rete infrastrutturale in Sicilia, ben poco resta. Immediate le reazioni della giunta Musumeci. Il primo a protestare è stato l’assessore regionale ai Trasporti Marco Falcone: “E’ preoccupante leggere di come, in nessuna delle bozze circolate, compaia il Ponte sullo Stretto. Lo stesso per tante altre priorità strategiche individuate nel documento inviato a Roma dalla Regione Siciliana. Ma innanzitutto l’estromissione del Ponte, maturata fra slogan e vere e proprie prese in giro come il tunnel o la funivia dello Stretto, rappresenta certamente il più grave fra gli schiaffi inferti dal Governo Conte ai sogni e alle necessità della Sicilia e dell’intero Mezzogiorno d’Italia”. Falcone evidenzia come quegli investimenti definiti quasi un nuovo Piano Marshall per la Sicilia e destinati a cambiare la storia dell’isola, si sono rivelati altro. Nella bozza che il Consiglio dei Ministri dovrà approvare al momento non c’è molto per quanto riguarda le infrastrutture. “Ci dispiace – aggiunge Falcone – che la Sicilia, ancora nel 2021, sia tagliata fuori dall’Alta velocità per un capriccio ideologico di Pd e Movimento 5 stelle. Ci auguriamo che, almeno in extremis, uno scatto di orgoglio (o d’amore) per l’Italia da parte di qualche componente della maggioranza possa fermare il compimento di questo delitto perfetto”. Il vice presidente della Regione, Gaetano Armao dice la sua in un post su facebook. “Un piano in contrasto con i principi costituzionali e quelli europei precisati dalla Presidente von der Leyen, scomposto esercizio solipsistico ed autoreferenziale. Un documento onirico quello approvato ieri, degno delle velleità economiche di Ceaușescu, spacciato per miracolosa terapia senza alcun coinvolgimento di Regioni, Comuni, parti sociali. Si archivia senza motivazioni il Ponte di Messina ed inseriscono opere gia’ in gran parte finanziate come la velocizzazione ferroviaria Pa-Ct-Me. E questo mentre si sottraggono 30 miliardi € al Sud. Così si penalizzano il Mezzogiorno e la Sicilia e non si va da nessuna parte” . Per Azione Sicilia la bozza del Recovery Fund è la prova della sconfitta generale di tutta la classe politica siciliana sia in termini di idee che di peso politico. “Non c’è il collegamento sullo Stretto di Messina che per mesi ha occupato il dibattito politico siciliano ma non ci sono neanche le fantasmagoriche opere contenute nella proposta della giunta Musumeci- dichiara Giangiacomo Palazzolo, membro del comitato promotore nazionale di Azione- E’ evidente che illustri esponenti siciliani della maggioranza di governo e l’intero centrodestra siciliano non abbiano colto l’importanza e la logica del Recovery ma in questo senso mi pare si siano allineati al basso livello di approfondimento del Governo Conte“. Navigazione articoli Guida ad uno shopping natalizio online sicuro. I consigli della Polizia Postale SIRACUSA, AGGIUDICATI I LAVORI DI RIQUALIFICAZIONE DELL’EX ALBERGO SCUOLA.