In Sicilia il reddito di cittadinanza è già a rischio dal prossimo anno per almeno 160mila beneficiari. Si tratta dei cosiddetti “occupabili“, ovvero coloro che dal 2023 potranno ottenere al massimo 7-8 mensilità e dovranno dire addio al sussidio dopo la prima offerta di lavoro rifiutata. Nel 2024, in ogni caso, il reddito di cittadinanza sarà abolito per tutti anche se ci sarà un beneficio sotto altre forme e per un numero ristretto di aventi diritto.

Appena le modifiche al reddito di cittadinanza saranno in vigore, ne subirà le conseguenze almeno un siciliano su sette, come scrive l’edizione di Repubblica Palermo. Nei primi nove mesi dell’anno, infatti, nell’Isola hanno beneficiato del sussidio 670mila persone, ovvero il 20 per cento del totale italiano.

I primi ad essere coinvolti nelle nuove regole sarebbero i cosiddetti “occupabili”, le persone tra 18 e 59 anni considerate abili al lavoro. Non fanno parte di questa categoria coloro che hanno a carico figli di età inferiore a tre anni, disabili o anziani over 60. Al netto sono circa 160 mila i siciliani che percepiranno il reddito di cittadinanza per 7-8 mesi invece dei 18 rinnovabili previsti dalle regole attuali. E per non perdere il sussidio anche prima della scadenza, dovranno accettare la prima offerta di lavoro e frequentare un corso di formazione.

Il 29 novembre i percettori del reddito di cittadinanza scenderanno in piazza a Palermo. Solo nel capoluogo, dicono gli organizzatori della manifestazione, ci sono circa 60 mila percettori. La richiesta dei percettori del Reddito è che venga data garanzia lavorativa per tutti coloro che perderanno il sussidio o che, in alternativa, il reddito rimanga tale in attesa che tutti i percettori vengano collocati.

“Siamo partiti con la raccolta delle adesioni alla manifestazione, che abbiamo ritenuto necessario organizzare per via delle nuove modifiche che il governo Meloni vorrebbe apportare al Reddito a partire da gennaio. Se la modifica dovesse passare, la gente non potrà più andare avanti: genitori non potranno dare da mangiare ai figli, molte famiglie non potranno più andare avanti, gli universitari non potranno pagare affitto e bollette” afferma Tony Guarino, uno degli organizzatori dell’evento che, ieri, ha presentato l’iniziativa in conferenza stampa.

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