Prevista la realizzazione di un insediamento turistico nel territorio di Augusta. Nello specifico, la giunta comunale, lo scorso 25 agosto, ha deliberato il via libera alla realizzazione, approvando lo schema di convenzione urbanistica per il rilascio del permesso a costruire.

Interessata un’area di circa un ettaro (10.000 metri quadri) in contrada Bongiovanni, nella frazione di Brucoli.

Il progetto approvato dalla giunta Comunale di Agusta

Il progetto prevedrebbe la realizzazione di ben 3.136 metri cubi con sei unità immobiliari, divise tra strutture commerciali e ricettive (case vacanza) con annesso parcheggio.

Interviene il comitato Salvare Augusta

A farlo sapere è il Comitato Salvare Augusta di cui Natura Sicula fa parte, e che insorge contro l’approvazione del progetto turistico-commerciale.

“L’intervento edilizio ricade in una zona di paesaggio agrario che il Prg Calandra vincola alla realizzazione di attrezzature pubbliche per la residenza, escludendo tuttavia l’edificabilità per buona parte di essa.

In quest’area è inoltre vietato ogni intervento di trasformazione e movimentazione terra, trattandosi di una porzione di territorio che il piano paesaggistico assoggetta a vincolo di tutela 2 e dichiarata di notevole interesse pubblico dalla Regione siciliana già nel 2008”.

Le ragioni del comitato ambientalista

Per il comitato ambientalista, si tratterebbe di “ennesimo attacco alle zone F” con l’amministrazione comunale rea di aver ignorato “la richiesta di moratoria che era stata formulata nel mese di maggio dai cittadini e dalle associazioni del coordinamento civico Salvare Augusta, con la quale si chiedeva di sospendere il rilascio di nuovi permessi alla realizzazione di interventi edilizi nelle zone di interesse comune, nell’attesa del Piano Urbanistico Generale (PUG)”.

L’attacco all’amministrazione megarese

Gli ambientalisti si rivolgono, quindi, all’amministrazione e chiedono la revoca della deliberazione, in attesa di ulteriori iniziative e azioni legali “per scongiurare l’aggravarsi di un irreversibile consumo di suolo a danno del paesaggio, dell’ambiente e della qualità di vita dei cittadini”.

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