Sabato 25 e domenica 26 marzo torna l’appuntamento con le “Giornate FAI di Primavera“, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese. La manifestazione di punta del Fai, giunta alla 31esima edizione, offrirà l’opportunità di scoprire e riscoprire sorprendenti tesori d’arte e natura in tutta Italia. 

L’obiettivo delle Giornate FAI di Primavera è di promuovere la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio culturale e naturale italiano. Un patrimonio spesso poco conosciuto o poco accessibile al grande pubblico. Tra i luoghi aperti ci sono castelli, palazzi storici, giardini, musei, siti archeologici, parchi naturali e molto altro ancora.

Le Giornate FAI di Primavera rappresentano un’occasione unica per scoprire luoghi meravigliosi e spesso poco noti. Nonché per sensibilizzare la società sull’importanza della conservazione del patrimonio culturale e naturale italiano.

Durante l’evento, molte delle strutture aperte offrono anche visite guidate, laboratori didattici, concerti, spettacoli e altre attività per coinvolgere il pubblico di tutte le età e far vivere un’esperienza unica.

La Delegazione FAI di Siracusa dà appuntamento alla Chiesa di San Pietro in via San Pietro 18, Ortigia
Sabato e Domenica h.10:00 – 17:30 (ultimo ingresso 17:00).

La Chiesa fu edificata nel 1602 su una precedente struttura trecentesca e subì trasformazioni dopo il terremoto del 1693 su progetto di Pompeo Picherali.

Nel 1750 la chiesa, il dormitorio, il coro, e la Cappella della Madonna vennero restaurati a spese del Cavaliere Giuseppe Arezzo Barone della Targia così come accenna l’iscrizione sulla cappella della Madonna del Carmine. Il Convento dopo l’unità d’Italia nel 1870 venne destinato a Real Caserma dei Carabinieri e la chiesa lasciata aperta al culto ma senza indennizzo economico per il rettore.

La cura della chiesa fu affidata a Padre Serafino, ultimo Carmelitano che celebrò messa in questo sacro edificio. Alla sua morte, nel 1870 la chiesa venne affidata dall’Arcivescovo ai confrati del Carmine con l’obbligo di continuarne il culto.

Con questa apertura la delegazione farà conoscere questo complesso e ne racconterà la storia , fra cui un curioso episodio, così raccontano le cronache, legato al funerale del Padre Serafino. La sua bara venne accompagnata dai fedeli fino all’antica porta della città, oggi demolita e, appena fuori da questa, la salma venne accolta da un numeroso gruppo di massoni i quali coprirono la bara con una coltre funebre arricchita da simboli massonici e con gli onori riservati ad un importante esponente della setta, si avviarono con il feretro verso il camposanto.

Il tour proseguirà con la visita del Convento dei Carmelitani.

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