Torna la questione della mancanza di medici anestesisti, che sono i medici grazie ai quali si può procedere con un intervento chirurgico. A lanciare l’allarme gli stessi dirigenti medici delle Terapie Intensive: mancano ovunque in Sicilia, dalla parte orientale a quella occidentale dell’isola e che comporta in capo agli anestesisti in corsia turni che portano allo stremo delle forze fisiche. I medici anestesisti siciliani, dirigenti di corsia, hanno scritto all’assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo. “Non è più tollerabile fare 8, 10 o 12 notti di guardia in un mese – denunciano – e non è tollerabile non poter minimamente programmare la propria vita familiare, non è tollerabile accumulare giorni di ferie non goduti (alcuni colleghi vantano oltre 300-400 giorni di ferie residui)”. Una carenza oramai strutturale e perenne dei medici presso la sanità pubblica, con bandi spesso consumati a vuoto, con poche presenze. “Una crisi difficile da gestire, con i Pronto Soccorso – l’accusa – in perenne crisi, un affanno che mette in difficoltà la tempestività degli interventi. Corsie che diventano trincee, con la medicina del territorio mai potenziata e riformata, con criticità dei territori di cui la classe dirigente regionale non si fa carico, tranne che per inaugurare reparti“. Intanto, sempre meno giovani scelgono di diventare medici di base, o di Pronto Soccorso per le condizioni di lavoro ritenute “estenuanti“, con un carico di responsabilità “enorme“.“Bisognerebbe – hanno concluso amaramente i medici – tra le varie riforme a lungo termine o estemporanee, ascoltare non i manager ma direttamente chi la corsia di degenza la vive ogni giorno e chiede non solo macchinari di ultima generazione ma anche un ricambio su cui puntare per la crescita degli ospedali e, dunque, per tutelare la salute dei cittadini“. Navigazione articoli Noto. All’ospedale Trigona inaugurato il Centro diurno Autismo interamente pubblico Covid, Ministro Schillaci ottimista: “Il 20 maggio Oms potrebbe dichiarare fine pandemia”