Più passano i giorni più aumenta il malcontento in categorie di commercianti e imprenditori che più di tutti stanno pagando, da oltre un anno lockdown e chiusure. Dalle notizie che trapelano le riaperture non sono imminenti e non vanno di pari passo con misure di sostegno adeguato. I danni sono enormi, e mentre i ristoratori sono sul piede di guerra e annunciano azioni eclatanti, oggi sarà invece la volta, in tutta Italia, dei Centri commerciali. Una manifestazione simbolica di chi da oltre sei mesi è penalizzato dalle chiusure nei festivi e prefestivi di tutti i negozi allocati all’interno dei centri commerciali (tranne i supermercati). Si tratta di negozi che, paradossalmente, se fossero ubicati anche due metri esternamente al Centro commerciale, non avrebbero alcuna restrizione. Stamane alle ore 11.00 i punti vendita di tutti i centri commerciali d’Italia protesteranno pacificamente abbassando per alcuni minuti le saracinesche dei propri locali per chiedere l’immediata revoca delle misure restrittive. Quelle saracinesche che ormai, inesorabilmente, continuiamo a vedere abbassate consapevoli che molte non si rialzeranno più, saranno chiuse in modo simbolico. Il coro è unanime: “Possiamo aprire in sicurezza applicando tutti i protocolli che ci vengono richiesti, purché si facciano. Ogni giorno in più è un passo verso il baratro”. Navigazione articoli Sopralluogo sulla Carlentini-Pedagaggi. Rossana Cannata: “I lavori proseguono secondo la tabella di marcia” Il M5S siciliano cambia rotta: “Sì al ponte sullo Stretto di Messina ma con altre opere”