In Sicilia è in atto una protesta degli autotrasportatori che potrebbe portare ad uno sciopero, e quindi al blocco dei trasporti. Se dovesse andare avanti e inasprirsi, si potrebbe rivedere la stessa situazione del 2012, quando i “Forconi” paralizzarono l’Isola. Gli autotrasportatori protestano per l’aumento dei costi che sta mettendo in ginocchio il settore. Quindi lamentano l’incremento del prezzi del carburante e dei biglietti delle navi su cui i tir viaggiano per arrivare dalla Sicilia per l’Italia e viceversa. Evidenziano che la spesa per il gasolio per autotrazione in un anno è cresciuta del 25%. Per loro l’attuale costo del carburante di oltre 1,7 euro a litro non è più sostenibile. Per questo vorrebbero che il Governo riservasse loro un prezzo calmierato compreso tra 1 e 1,20 un euro a litro. Le associazioni, sostengono che tra l’aumento del prezzo del gasolio, dei pedaggi autostradali e dei biglietti per i traghetti, i costi mensili per i camionisti sono aumentati di circa 3500 euro. Oneri che gravano sui margini di profitto delle aziende, già molto risicati. C’è già stato un incontro con il Governo per cercare di risolvere il problema della categoria. Non è andato bene, il fronte della protesta si è spaccato, e la situazione rischia di degenerare. Molti pensavano che ci potesse essere più tempo, ma la situazione pare stia precipitando, anche se c’è chi vuole aspettare. Come un’altra sigla, l’Unatras, l’unione che raggruppa le altre sigle dell’autotrasporto italiano, è tutto rimandato a venerdì prossimo quando scadrà l’ultimatum dato al Governo nel corso dell’ultima riunione. Il presidente dell’Aias, Giuseppe Richichi, a proposito della protesta che inizierà stasera, ha comunque detto che al momento non sarebbe stata decisa una vera e propria serrata. Anche se il condizionale è d’obbligo perché gli eventi potrebbero cambiare da un minuto all’altro. «A Catania ci metteremo accanto al casello di San Gregorio e al porto – ha detto Richichi – ma saremo presenti anche a Palermo e Ragusa. Vogliamo solo rendere visibile la nostra protesta e, almeno per il momento, non è previsto uno sciopero e il blocco di tutte le consegne ma vedremo come si evolverà la giornata. Ci fermiamo senza aver chiesto le dovute autorizzazioni e di questo ce ne assumiamo la responsabilità ma i cittadini devono capire che non siamo contro di loro. Vogliamo sollevare il problema perché non ce la facciamo più, senza questa manifesta zione non ci ascolterebbe nessuno». Non tutte le organizzazioni sindacali sono d’accordo con l’annunciato blocco di stasera. La Cna Fita Sicilia condivide le ragioni ma non il metodo, ed ha fatto appello alle Prefetture e alle Questure siciliane «affinché agli autotrasportatori, che non condividono l’impostazione della protesta, venga garantito il diritto di spostarsi liberamente. L’imposizione di alcuni non può diventare regola generale». Domani comunque è previsto un altro incontro tra organizzazioni dei trasportatori e il Governo. Per questo i camionisti aderenti alla Fai Sicilia hanno annunciato che aspetteranno fino a venerdì prima di decidere le prossime azioni di protesta. Chiederanno provvedimenti adeguati per abbattere del 30 per cento il costo dei biglietti sui traghetti e una diminuzione delle accise sul prezzo del gasolio. Se non saranno accolte le loro richieste, tutti assieme decideranno per lo sciopero, e quindi di fermarsi. Navigazione articoli Augusta. Operazione “Mare sicuro”, martedì cambio del Comandante Tattico Sicilia, concorso alla Regione per 1170 posti, come presentare domanda