È dramma siccità in Sicilia, dove la mancanza di pioggia e le carenze delle infrastrutture idriche sta facendo strage di coltivazioni e di animali, con i raccolti praticamente azzerati, mentre gli agricoltori sono costretti a ricorrere alle autobotti per salvare quel poco che è ancora rimasto.

“È allarme, con la situazione – sottolinea Coldiretti – che si aggrava ogni giorno di più, dopo un inizio d’anno che nel Meridione è stato il più caldo di sempre, con una temperatura di 1,67 gradi superiore alla media degli ultimi duecento anni, secondo dati Isac Cnr”.

“In Sicilia – segnala Coldiretti – grano, cereali e foraggi fanno registrare un calo con punte del 100% mentre gli allevatori devono fare i conti con i ritardi della politica nel dare il via libera ai voucher fieno. In Sardegna l’acqua nelle campagne è razionata e per abbeverare gli animali nelle stalle sono costrette a intervenire le autobotti, mentre i costi dei foraggi sono andati alle stelle considerata l’ormai scarsissima disponibilità”.

I problemi maggiori si registrano sugli ortaggi e sugli alberi da frutto mentre è scattata l’allerta anche nelle vigne soprattutto nelle zone non servite da impianti di irrigazione. I danni alle coltivazioni di cereali, a partire dal grano, arrivano fino al 90%, così come per le foraggere e le leguminose e molti coltivatori hanno preso la sofferta decisione di non trebbiare perché si sarebbero generati solo costi aggiuntivi. In sofferenza anche gli allevamenti.

L’AIUTO DELL’UE

Il governo regionale ha chiesto all’Unione Europea e al Ministero dell’Agricoltura di riconoscere lo stato di forza maggiore e di circostanze eccezionali in Sicilia. Questo permetterebbe alle aziende agricole di usufruire di deroghe alle normative PAC, come il mancato rispetto di vincoli su pascoli e terreni, e di ricevere aiuti, rinviare pagamenti e sanzioni.

VOUCHER FORAGGIO
Per aiutare gli allevatori a fronteggiare la carenza di acqua e cibo per gli animali, la Regione ha stanziato 10 milioni di euro per l’acquisto di foraggio. I voucher saranno erogati in base al danno subito dalle imprese e potranno essere utilizzati presso fornitori selezionati dalla Regione. Le domande per i voucher possono essere presentate entro il 3 luglio ai Centri di assistenza agricola (Caa).

Il decreto per l’erogazione dei voucher ha ricevuto il parere favorevole della Commissione Attività Produttive dell’Assemblea Regionale Siciliana e a breve saranno definiti i dettagli per la presentazione delle domande.

Il presidente della Regione, Renato Schifani, ha ribadito l’impegno del suo governo a sostenere il settore agricolo siciliano in questo momento di difficoltà, definendo la siccità una “crisi da affrontare insieme“. Ha sollecitato una sinergia tra tutte le istituzioni per tutelare e valorizzare l’agricoltura siciliana.

Oltre ai voucher e al riconoscimento di circostanze eccezionali, la Regione sta lavorando anche su altri fronti per contrastare la siccità, come:

– Piano di interventi da 20 milioni di euro: prevede la rifunzionalizzazione di pozzi e sorgenti, l’acquisto di autobotti, la riparazione delle reti idriche e la realizzazione di nuovi pozzi e condotte.
– Riassetto dei dissalatori: per aumentare la produzione di acqua desalinizzata.
– Campagne di sensibilizzazione: per promuovere il risparmio idrico tra i cittadini.

AUTOBOTTI ABUSIVE
Manca l’acqua potabile, prolifera il mercato nero con cisterne a prezzi esorbitanti: tra i 50 e i 100 euro per 10 metri cubi. Autobotti abusive prelevano acqua da pozzi privati non autorizzati, creando seri rischi per la salute dei cittadini. Le autorità faticano a intervenire, la situazione è critica in Agrigento e Trapani. Aica, l’azienda idrica, cerca di regolamentare il servizio con autobotti certificate, ma il numero degli abusivi è alto. Il prefetto ha sollecitato controlli, ma la mappa dei pozzi privati è incompleta. I cittadini sono disposti a pagare cifre folli per avere acqua, anche se di dubbia provenienza. Il rischio di malattie è concreto. Gestori regolari denunciano la concorrenza sleale e chiedono controlli più serrati. L’emergenza idrica si trasforma in un pericolo per la salute pubblica.

SALVAVITA 

Si ripercuotono, anche, sul campo dei servizi sanitari le conseguenze del perdurante stato di siccità che sta letteralmente mettendo in ginocchio la Sicilia. La scarsità d’acqua potrebbe avere conseguenze dirette sulla salute pubblica e sui servizi sanitari essenziali come la dialisi, una terapia “salvavita” che nell’Isola interessa circa 5 mila persone. Per ogni trattamento dialitico servono pressappoco 150 litri di acqua depurata e per ottenerla ne occorrono almeno 1500 litri. La situazione si fa piuttosto critica per le circa ottanta strutture specializzate, private, sparse sul territorio, che per garantire la continuità del servizio sono costrette a ricorrere anche alle autobotti.

È accaduto in questi giorni, tra le diverse località siciliane, anche a Lentini.

“I Centri specializzati sono già in sofferenza per una situazione che comincia a preoccupare – dichiara il segretario regionale ANED Sicilia, Fabio Belluomo -. L’acqua è una risorsa vitale per i pazienti costretti alla dialisi perché i loro reni non ce la fanno e di conseguenza il trattamento dialitico è una terapia che non può essere rinviata. Il servizio deve essere garantito sempre e comunque”.

Dal portavoce dell’associazione Dialisi Sicilia, Giuseppe Verde, l’appello alle istituzioni ad una collaborazione sinergica ed immediata per non lasciare nessun centro dialisi senza acqua. Bisogna allertare tutti i Comuni e le Prefetture“.

“Per le prestazioni dialitiche salvavita l’acqua è fondamentale, stiamo facendo sforzi immani – evidenzia Giuseppe Verde – rinnovando l’appello alla Regione e alle Prefetture ad agire in fretta, perché la vita dei pazienti è in pericolo”.  

NESSUN RISCHIO

“Al momento non ci sono rischi – sottolinea l’assessorato regionale della Salute – accogliendo tuttavia il grido d’allarme lanciato dalle associazioni di categoria“.

“Pur potendo rappresentare l’attuale emergenza una criticità anche nel settore sanitario – si legge nella nota stampa diramata dall’assessorato – non sussiste al momento un concreto rischio di interrompere le attività, dato che, in quanto trattamenti salvavita, la normativa prevede per i centri di dialisi la presenza di cisterne con capienza adeguata al numero di reni artificiali dichiarati, fornibili dall’esterno in caso di carenza idrica in modo da assicurare in ogni momento la possibilità di intervento. Una circostanza che nei mesi estivi già occasionalmente si verifica in Sicilia“.

Tra le misure proposte dall’assessorato regionale della Salute alla cabina di regia di Palazzo d’Orléans contro l’emergenza idrica per affrontare possibili rischi dovuti alla carenza di acqua per quelle strutture private che effettuano trattamenti “salvavita”, la predisposizione di un piano d’interventi coordinati che preveda la possibilità, da parte dei centri di dialisi di segnalare casi di carenza idrica, con la tempestiva attivazione e l’intervento dei servizi di approvvigionamento dei Comuni e della Protezione civile.

Su input del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, la prossima settimana si terrà un incontro con le associazioni di categoria che avevano lanciato un appello sui possibili rischi dovuti alla crisi idrica. Alla riunione parteciperanno il dirigente del dipartimento per la Pianificazione strategica dell’assessorato della Salute, Salvatore Iacolino, e il capo della Protezione civile regionale, Salvatore Cocina, in qualità di coordinatore tecnico della Cabina di regia contro la siccità istituita presso la Presidenza.

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