A 50 giorni dal voto la giunta Schifani è pronta a partire. Fratelli d’Italia, aveva chiesto, per volontà dei vertici romani, di far entrare in giunta il consigliere comunale palermitano Francesco Scarpinato e la moglie di Ruggero Razza, l’ex grillina Elena Pagana. I ministri Francesco Lollobrigida e Nello Musumeci hanno chiesto espressamente il loro “ripescaggio”, nonostante i risultati non certo brillanti alle elezioni. Le trattative sono andate avanti nella notte e in extremis, a poche ore dal giuramento previsto all’Ars, nella nella Sala Alessi di Palazzo d’Orleans., per stamane, sarebbe stata sancita l’intesa. Schifani, in un primo momento, aveva detto di voler tirare dritto su una giunta fatta solo di deputati eletti. Fratelli d’Italia, invece, aveva minacciato l’appoggio esterno alla giunta se non fosse stata presa in considerazione la richiesta fatta ufficialmente, lunedì sera. Davanti ad una simile prospettiva il presidente della Regione aveva persino ipotizzato le dimissioni prima ancora di annunciare gli assessori. Le trattative lunghissime andate avanti nella notte tra Schifani e il partito di Giorgia Meloni hanno, però, portato alla fumata bianca. Chi sono gli assessori della giunta Schifani La squadra di Schifani è pronta. Fratelli d’Italia, dunque schiera, Elena Pagana, che avrà la delega ai Beni culturali, e Francesco Scarpinato a cui toccherà il Turismo. Restano dunque fuori Giusy Savarino e Giorgio Assenza. Tra i meloniani confermata Elvira Amata che va al Territorio, e Alessandro Aricò, al quale spetterà l’assessorato alle Infrastrutture. Gli altri assessori, pronti ad entrare in giunta sono i leghisti Girolamo Turano che otterrà l’Istruzione, scalzando così Vincenzo Figuccia, e Luca Sammartino all’Agricoltura (oltre alla vicepresidenza della Regione). Tre gli assessorati per Forza Italia: Edy Tamajo alle Attività produttive, Marco Falcone all’Economia e Giovanna Volo (tecnico) alla Sanità.E poi ci sono gli assessori voluti da Cuffaro, Nuccia Albano alla Famiglia e Andrea Messina agli Enti locali, e l’autonomista Roberto Di Mauro all’Energia. Le polemiche sui ritardi “Stiamo assistendo ad uno spettacolo indecoroso. Ancora una volta i giochi della politica su nomi e poltrone hanno la meglio sui bisogni e sugli interessi dei siciliani”. A dirlo è il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino secondo cui “ci sono troppi problemi aperti, troppe scadenze, tante occasioni che rischiano di andare perdute. Ci sono le scadenze finanziarie – sottolinea – quelle che riguardano i rifiuti, la sanità, il Pnrr e la spesa dei fondi strutturali che subisce rallentamenti, c’è in generale una situazione economico – sociale difficile da affrontare. Non dico volare alto, cosa che alla politica locale pare impossibile, ma almeno volare intraprendendo un percorso programmatico che abbia un senso. Il senso di cercare di risollevare la nostra terra, obiettivo che ancora crediamo possibile – conclude – nonostante il pessimo spettacolo che ancora una volta dà la politica”. Navigazione articoli Caro bollette. Carta: “I comuni rischiano il fallimento. Si agisca con urgenza“ “Autonomia differenziata“, ecco il piano Calderoli: cos’è e cosa cambia per le regioni