Elevare il livello di mobilitazione e puntare su una reale coesione di tutte le parti a vario titolo coinvolte, a partire dalle amministrazioni comunali, partendo da uno zoccolo duro: il mantenimento degli attuali livelli occupazionali per programmare poi nuovi investimenti. In sintesi è quanto emerso dall’incontro di questa mattina fra il segretario generale della Cgil, Roberto Alosi, e i segretario di categoria di Filt (Vera Uccello), Filctem (Mario Rizzuti), Fillea (Salvo Carnevale), Fiom (Antonio Recano). Un vertice che è servito a riaprire una vertenza in realtà mai chiusa, quella della sicurezza sul posto di lavoro. La recente morte del metalmeccanico Antonio Galvano “è una ferita insanabile per la coscienza civile della nostra comunità – ha dichiarato Roberto Alosi – ed è il frutto avvelenato di un’idea malata di modernità e di una politica di sottrazione di diritti, persino sulla sicurezza e nel lavoro in generale. Spacciando la formula ‘meno diritti, uguale più occupazione’, abbiamo compresso, fino a smarrirlo, il senso più profondo del sentimento di cittadinanza e del senso del tessuto sociale. E’ tempo di segnare una reale discontinuità rispetto al passato, invertendo una stagione fin’oggi caratterizzata dalla crescente precarizzazione e da una aggressiva forza di mercatizzazione del lavoro e di affrontare con determinazione lo snodo cruciale delle politiche degli appalti al massimo ribasso garantendo occupazione, sicurezza e sviluppo. Per queste ragioni, nei prossimi giorni unitariamente con CISL e UIL, costruiremo una grande mobilitazione dell’intera area industriale in grado, una volta per tutte, di porre fine allo scardinamento costante di equilibri occupazionali e all’abbassamento spregiudicato dei livelli di sicurezza e di garanzia per i lavoratori e per le comunità circostanti”. Per Mario Rizzuti, segretario Filctem ancora oggi si piangono gli effetti della crisi “con le aziende che cercano di recuperare economia contraendo ogni spesa, che sia nella sicurezza o nei servizi o nel numero dei lavoratori. Per invertire la rotta non v’è dubbio che occorra l’intervento della Prefettura, unica istituzione superpartes e con l’autorevolezza necessaria per richiamare tutte le parti al rispettivo ruolo e stabilire un’azione unitaria strategica”. Non dissimile la posizione del segretario della Fiom, Antonio Recano, il quale non ha mancato di rilevare come il suo settore –quello metalmeccanico – sia tra quelli più colpiti dagli effetti della crisi e quindi dalla strage occupazionale e dalla mancata applicazione delle norme dio sicurezza sul posto di lavoro. “Oggi occorre cambiare ottica, ragionando in termini di responsabilità sociale, soprattutto con il territorio. Una responsabilità sociale che le imprese devono avere e a cui finora spesso si sono sottratte. In questo, il prefetto è l’unico che può richiamare le aziende”. Vera Uccello, segretario Filt: “Finora siamo corsi dietro alle emergenze per cercare di mantenere l’esistente. Siamo in un costante conflitto che ci ha visti soli. Ora più che mai è indispensabile la coesione con tutte le forze del territorio per interrompere questo circolo vizioso”. Il segretario della Fillea, Salvo Carnevale, ritiene indispensabile “abbandonare ogni intervento difensivo per adottare una strategia di contrattacco, predisponendo una piattaforma che parta dal blocco degli attuali livelli occupazionali per almeno 3 anni e da reali verifiche nei cantieri sui livelli di sicurezza, prevedendo anche premialità per quelle imprese che risultano in regola”. Navigazione articoli “In Europa con…con merito”, presentato stamani il tirocinio al parlamento europeo Questura di Siracusa, presentati i tre nuovi funzionari