“Il rapido esito delle analisi dei tamponi effettuati ai pazienti con sospetti casi di COVID-19 in Sicilia assume oggi più mai una valenza strategica, indispensabile per avviare tempestivamente i protocolli di sicurezza previsti dalle normative nazionali”. Lo dichiara Giovanni Cafeo, Segretario della III Commissione ARS, da giorni in costante contatto con le autorità locali e regionali per seguire attraverso aggiornamenti costanti l’emergenza Coronavirus. “Posso annunciare che sono già pronti ad operare, grazie ad una procedura pubblica di selezione, anche i laboratori privati accreditati in tutto il territorio regionale, inclusi quelli della provincia di Siracusa – continua il deputato all’ARS – una decisione attesa da tempo che permetterà di portare a 20 le strutture destinate all’analisi dei tamponi in tutta l’isola, migliorando così i tempi e soprattutto la sicurezza di operatori sanitari e cittadini”. “Colgo l’occasione per lanciare un appello alla politica locale – prosegue Cafeo – affinché si eviti di utilizzare questa emergenza come ennesimo tema di scontro a fini propagandistici, ad esempio in merito all’incremento dei posti di terapia intensiva prevista per le varie province rispetto a Siracusa; come noto infatti il sistema sanitario regionale deve essere inteso come una rete comune, nella quale i vari ospedali operano a seconda delle circostanze e delle emergenze, inoltre l’assegnazione dei posti non è basata su criteri di simpatia o vicinanza politica ma sull’effettiva previsione dei contagiati, secondo stime matematiche ben precise”. “Verrà il tempo delle polemiche, dell’analisi degli errori e delle rese dei conti – conclude il parlamentare siciliano – ma non è certamente questo il momento; oggi è necessario restare uniti e a casa, aiutando così il più possibile l’operato dei sanitari che lottano in prima linea per la nostra salute”. Navigazione articoli SIRACUSA. ASSESSORE BUCCHERI: “SERVIZIO DI CONSEGNA MASTELLI A DOMICILIO FINO AL PROSSIMO 2 APRILE” EMERGENZA CORONAVIRUS. LO SCONFORTO DEL PRESIDENTE MUSUMECI: “CI MANCANO LE ATTREZZATURE SANITARIE”