Brutale aggressione ai danni di un detenuto, recluso nel carcere di Siracusa. La vittima è un uomo di 34 anni, di origine moldava, che si trova ricoverato in gravi condizioni.

L’episodio è stato denunciato dal garante dei detenuti di Siracusa, Giovanni Villari

“Soltanto nella serata di martedì la scrivente autorità di garanzia ha appreso – spiega il garante –  mediante una telefonata, dell’avvenuta aggressione ai danni del detenuto C. I., oggetto di attenzione nel mese scorso e per cui si è intervenuto quando, sottoposto a regime d’isolamento e sorveglianza a vista nella “stanza nr 4 del Blocco 10”, è stato trovato in condizioni pietose e inumane”.

Secondo quanto indicato dallo stesso garante dei detenuti, l’uomo “è stato brutalmente aggredito, dapprima, probabilmente tramortito con un forte colpo alla nuca, poi sopraffatto e percosso con una mazza sino a subire gravissime lacerazioni a vari organi interni del corpo, proprio dal suo unico compagno di cella, la notte tra il 4 e il 5 ottobre scorso. Con ferocia efferata l’aggressore è riuscito anche a fratturargli entrambi i femori e rompere il bacino” spiega il garante.

La denuncia del Sippe

“Purtroppo le aggressioni in carcere rappresenterebbero una delle conseguenze del fallimento del sistema penitenziario” afferma Alessandro De Pasquale presidente del Sippe.

Le segnalazioni al Governo

Il sindacalista assicura che, negli anni scorsi, sono stati lanciati segnali di allarme ai Governi che hanno guidato il Paese. “Più volte, ai vari governi di turno, abbiamo chiesto strategie concrete nella gestione delle carceri, puntando principalmente sulla sicurezza degli stessi”.

“Non dobbiamo scordare l’articolo 2 del regolamento di esecuzione all’ordinamento penitenziario che afferma chiaramente che l’ordine e la disciplina negli istituti penitenziari garantiscono la sicurezza che costituisce la condizione per la realizzazione delle finalità del trattamento dei detenuti e degli internati” afferma De Pasquale.

“La sicurezza, afferma il sindacalista, è quindi il presupposto – spiega il presidente del Sippe – al trattamento e non il contrario. Non bisogna guardare solo all’incremento delle risorse umane ma soprattutto alla loro formazione, con un programma formativo che punti principalmente sulla sicurezza. Infine – conclude De Pasquale – auspichiamo che questo Governo di destra metta mano ad una seria riforma penitenziaria e, soprattutto, alla riforma del Corpo di Polizia penitenziaria, eliminando definitivamente una gerarchia che nulla c’entra con un corpo di polizia dello Stato”.

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