I Carabinieri della Stazione di Siracusa-Ortigia, supportati dal Nucleo Unità Cinofile di Nicolosi, hanno tratto in arresto in flagranza di reato due noti pregiudicati siracusani classe ’72 e classe ‘98 che si trovavano entrambi agli arresti domiciliari, in regime cautelare, presso le rispettive abitazioni in quanto già arrestati, sempre dai Carabinieri, per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti.I domiciliari però non sono bastati a fermare la propensione a delinquere, poiché infatti i due soggetti hanno continuato a spacciare direttamente da casa ricevendo i clienti che andavano quotidianamente ad acquistare lo stupefacente ed evadendo loro stessi dai domiciliari per andare a rifornirsi. Le indagini condotte dai Carabinieri della Stazione di Siracusa-Ortigia, sono culminate con le perquisizioni effettuate con il supporto dei cinofili che hanno rinvenuto subito lo stupefacente presente nelle abitazioni. Le operazioni hanno permesso di recuperare decine di dosi di vari tipi di sostanze stupefacenti, per un totale di 20 grammi di marijuana, 10 grammi di cocaina, 5 grammi di crack ed alcune dosi di hashish. Sono stati altresì sequestrati 300 euro circa in banconote di piccolo taglio, ritenuti provento di attività di spaccio, unitamente ad un bilancino di precisione e tutto il materiale necessario per il taglio ed il confezionamento delle dosi. Il dettaglio più allarmante è però quello che uno degli spacciatori era armato: nella suaabitazione sono state infatti rinvenute 2 pistole detenute illegalmente, una calibro 7,65 ed una calibro 9, entrambe con matricola abrasa, perfettamente funzionanti e complete di caricatore e munizioni, le quali dopo essere state sequestrate saranno inviate al R.I.S. di Messina per gli accertamenti del caso. Data la pericolosità dei due soggetti e l’alta propensione a delinquere sono stati entrambi associati alla casa circondariale “Cavadonna”. Navigazione articoli SIRACUSA. TERRORIZZA I COMMERCIANTI DI ORTIGIA CON CONTINUE ESTORSIONI: FERMATO TRENTATREENNE Lentini, madre e figlia uccise: l’accusato si difende ma resta in carcere