Una di quelle notizie che nessuno di noi vorrebbe mai dare, ma è purtroppo successo: Bartolo Auricchia è venuto, improvvisamente a mancare nella serata di lunedì.

Storico conduttore delle prime radio libere siracusane, si era fatto conoscere, grazie ad un suo record personale di diretta radiofonica consecutiva (non omologato ndr) che aveva realizzato dagli studi di Radio international agli inizi degli anni ’80. Un amore profondo, quello dello speaker siracusano, per la radio che lo portò a stare sveglio otto giorni e sette notti, fermandosi come detta il regolamento solo 60 minuti ogni 6 ore per un pasto leggero, con la presenza in studio del dottor Tito Fucile che gli controllava la frequenza cardiaca, periodicamente, e lo stato psicofisico messo a dura prova.

“Bartolo ha regalato con la sua voce inconfondibile della pura poesia a chi lo ascoltava – il ricordo di Virginio Puzo, popolare folk singer ed altra colonna di Radio International -. Era un semplice, faceva l’imbianchino ma era in radio che mostrava tutto il suo talento“.

Ricco di significativo anche il ricordo di Salvo Bottaro, altro conduttore, per il collega Bartolo: “La sua presenza discreta era la sua peculiarità più evidente. Di lui ho apprezzato la grande preparazione musicale ma, soprattutto, le grandi doti umane“.

“Di Bartolo – prosegue Bottaro – ho anche ammirato la grande e sincera umiltà e la passione infinita per la musica anni ’60, che lo hanno sempre accompagnato nella sua lunga carriera radiofonica, nonostante le sofferenze e gli sgambetti che la vita gli ha spesso riservato“.

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