Il tribunale del lavoro di Siracusa ha condannato Poste Italiane per adottato un comportamento discriminatorio ai danni di una lavoratrice, “colpevole” di aver usufruito di un periodo di astensione obbligatoria dal lavoro per maternità. “La donna – spiega il suo avvocato Loredana Zappalà – si è rivolta al giudice del lavoro per rivendicare il proprio diritto alle pari opportunità in sede lavorativa. Non le era stato computato il periodo di astensione obbligatoria per maternità. La lavoratrice ha ottenuto la condanna di Poste alla rimozione della discriminazione e il risarcimento del danno subito a causa del comportamento discriminatorio>>.
<<Legittimato da questa sentenza, ancora una volta viene affermato pienamente e definitivamente che il periodo di aspettativa per gravidanza e di maternità obbligatoria – commenta la sindacalista della Cgil Valeria Tranchina – debbano considerati a tutti gli effetti quale servizio effettivamente prestato>>. Accolte in pieno, quindi, le ragioni della lavoratrice, del suo Avvocato e della Consigliera di Parità provinciale.

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