Prevenire ancora più importante che correre ai ripari. Su questo vuole porre l’attenzione Michele Mangiafico, leader del movimento Civico 4, a seguito degli approfondimenti sui luoghi dell’incendio dello scorso venerdì. Come si ricorda, le fiamme hanno interessato le zone della ex Spero, l’area demaniale antistante e prospiciente il mare e le aree comprese tra le vie Elorina ed Ermocrate, complessivamente definite zone 1, 2 e 3 in un’apposita relazione dell’A.r.p.a.

“A fuoco sterpaglie, edifici vetusti e discariche a cielo aperto complessivamente contenenti materiale che ha immesso nell’aria sostante nocive e tossiche: oltre alle sterpaglie – Mangiafico denuncia a seguito del sopralluogo – anche amianto, plastiche, vernici, pneumatici, elettrodomestici, con la conseguenza di immissione nell’aria di sostanze nocive. L’innesco dell’incendio, localizzato nella zona designata come “3” intorno alle 13:30, ha spinto l’A.r.p.a., di norma attivata su segnalazione delle autorità pubbliche, a iniziare a operare in modo proattivo solo dopo le 17. Tuttavia – sottolinea Mangiafico – il coinvolgimento da parte del Comune di Siracusa è avvenuto notevolmente più tardi, intorno alle 21. Il sindaco ha diffuso un avviso tramite i social solo verso le 20, consigliando la chiusura delle finestre come precauzione, molte ore dopo l’inizio dell’evento” spiega il leader del movimento.

Nel frattempo, sembra che abbia fornito istruzioni parziali e poco efficaci ai residenti della zona. E così, i locali rimanevano aperti e la gente continuava a frequentare le strade del quartiere umbertino e delle aree limitrofe, mentre i venti spostavano il fuoco da ovest verso nord-ovest e nord, colpendo le zone più popolate della serata del venerdì. Questo episodio secondo Civico 4 rappresenta la mancanza di una catena di comunicazione efficace, l’assenza di un piano di emergenza adeguato, la fragilità del coordinamento con le istituzioni preposte alla protezione dell’ambiente e i pericoli e danni ai quali la popolazione è stata esposta per diverse ore.

“Il piano di Protezione Civile, – dice Mangiafico – aggiornato recentemente con delibera Commissariale 5 del 04/03/2022, affronta il tema del “rischio incendi” con una specifica relazione e colloca il Sindaco a capo del presidio operativo comunale, con la responsabilità di raccogliere le prime informazioni, di avvisare gli enti pubblici che possono concorrere alla risposta comunale e disporre l’allarme alla popolazione (pagine da 21 a 42). Tra i compiti che il Sindaco ha già in fase di pre-allarme: “dispone, se necessario, l’allontanamento della popolazione dai punti a rischio e tutti gli altri interventi necessari a salvaguardia della pubblica e privata incolumità; informa i cittadini, e tutti coloro che si trovano a qualsiasi titolo nelle aree a rischio, sulle caratteristiche dell’evento atteso e sulle misure di precauzione ed autoprotezione che si possono adottare” (pag. 34), responsabilità che aumentano in fase di allarme ad evento in corso (pag. 37)”.

Per tali ragioni il movimento chiede al Consiglio comunale di passare urgentemente dalle richieste di informazione e acquisizione di dati oramai abbastanza chiari a tutti a una commissione di inchiesta che accerti le responsabilità politiche e agli organi inquirenti di appurare ogni altra forma di responsabilità rispetto a emergenze in tema di rifiuti a cielo aperto, discariche fuori controllo e incendi che sono sotto gli occhi di tutti e che solo l’Amministrazione comunale continua a trattare con superficialità allarmante e disarmante.

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