In conseguenza dei gravi incidenti stradali che recentemente hanno visto coinvolti autobus ed automezzi pesanti, sono stati incrementati i controlli ai predetti mezzi, con particolare attenzione alla verifica del rispetto dei periodi di guida e di riposo, nonché dei limiti di velocità. Al riguardo si ricorda che i cosiddetti “bisonti della strada” raggiungono a pieno carico un peso complessivo di 440 quintali. In tali condizioni l’eccessiva velocità aumenta notevolmente lo spazio di frenata, che in molti casi risulta causa di gravi episodi di cronaca. La normativa vigente impone l’obbligo a tali veicoli dell’uso di apparecchio cronotachigrafo, cioè una sorta di “scatola nera” sulla quale vengono registrati tutti i dati relativi all’automezzo. I veicoli di più recente costruzione risultano dotati di apparecchiatura digitale, in grado di fornire un’analisi completa e dettagliata dell’attività svolta dall’automezzo, sul quale il dispositivo risulta installato. I numerosi servizi quotidiani predisposti a tale scopo, hanno consentito di accertare recentemente l’illecita manomissione di alcuni tachigrafi digitali, installati su veicoli pesanti, che circolano giornalmente sull’intero territorio nazionale. Ultimo episodio si è verificato nei giorni scorsi quando personale del Distaccamento Polstrada di Lentini, sulla A/01 Catania – Siracusa, nei pressi dello svincolo di Siracusa, intercettava un autoarticolato di proprietà di una ditta di trasporto della provincia di Salerno, che procedeva a velocità elevata, superando il limite consentito, il cui autista effettuava sorpassi di altri veicoli in modo repentino e pericoloso per la sicurezza del flusso veicolare nel tratto autostradale. Gli agenti, accorgendosi di tali manovre pericolose, intimavano l’alt presso l’attigua piazzola di sosta, ma il conducente, alla vista della pattuglia che gli comandava di fermarsi, anziché ottemperare, si adoperava freneticamente nella zona dell’abitacolo ove è installato il cronotachigrafo. Gli operatori, durante il controllo del veicolo, visionavano le stampe del tachigrafo digitale installato sul trattore stradale ed appuravano l’irregolarità dei dati registrati inerenti ai tempi di guida e alla velocità. Infatti rilevavano che l’apparecchiatura aveva registrato un periodo di pausa anziché di guida nel percorso autostradale indicato, tanto da far intuire una presumibile alterazione del sistema di registrazione del tachigrafo. Il personale operante, pertanto, eseguiva una ispezione visiva sul retro della cabina del trattore stradale, al fine di individuare eventuali artifizi posti in essere per alterare il dispositivo degli impulsi del sistema digitale. Dal controllo effettuato è emerso che nella parte sottostante del veicolo, ove è collocato il sensore del cambio, era stato installato un magnete, non attinente alle parti meccaniche ed elettriche dell’autocarro, allo scopo di snaturare il regolare funzionamento del trasmettitore degli impulsi. Gli agenti, constatata la reale manomissione del dispositivo digitale, invitavano l’autista a seguirli presso un’officina autorizzata per eseguire un’ulteriore verifica sulla citata apparecchiatura elettronica e per comprovare la probabile manipolazione. Il tecnico incaricato della verifica effettuava l’accertamento sul veicolo in argomento, confermando l’installazione del magnete sul trasmettitore di impulsi. Tale magnete annullava la registrazione dei tempi di guida e di riposo e della velocità, inducendo una registrazione finalizzata alla pausa, sebbene il veicolo fosse in movimento. In conclusione, l’attenta verifica decisa dagli operatori ha permesso di appurare che il cronotachigrafo digitale installato sul veicolo era stato dolosamente manomesso in maniera tale che le registrazioni dei dati venivano alterate, allo scopo di poter aumentare sensibilmente la velocità del veicolo senza che l’apparecchiatura segnalasse tale aumento sui dati di registrazione del tachigrafo digitale ed occultare le ore di guida. Il dispositivo rinvenuto ed in particolare il magnete rilevato, che era la causa dell’alterazione, venivano sequestrati ed il conducente veniva deferito alla autorità giudiziaria per attentato alla sicurezza dei trasporti e per aver manomesso un’apparecchiatura (mediante rimozione dolosa di cautele), atta a prevenire infortuni sul lavoro, la cui pena edittale varia da un minimo di sei mesi ad un massimo di cinque anni di arresto. Inoltre veniva elevata una sanzione pari a 1696 euro nei confronti del conducente con la decurtazione di 10 punti sulla patente di quest’ultimo, oltre alla sospensione del titolo di guida da 15 giorni a 3 mesi. Navigazione articoli Siracusa. Furti con spaccata: in carcere 21 persone Siracusa. Incendio doloso ad un esercizio commerciale