Nonostante fosse stato disposto un Daspo nei suoi confronti e avesse subito una condanna in primo grado, un parcheggiatore abusivo di 38 anni è tornato ad esercitare l’attività illegale, in via Ettore Romagnoli, in prossimità dell’ingresso del Parco archeologico di Siracusa.

Gli agenti delle Volanti hanno denunciato l’uomo per inosservanza del Daspo, il regolamento comunale che prevede l’allontanamento dai luoghi in cui si esercita abusivamente il lavoro di parcheggiatore.

Il 38 enne, insieme ad un’altra persone, era stato condannato in primo grado, dal Tribunale di Siracusa per l’incendio appiccato all’auto dell’ex sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, avvenuto nel novembre del 2017 sotto la sua abitazione.

I giudici avevano assolto gli imputati, difesi dall’avvocato Junio Celesti, dall’accusa di tentata estorsione non solo ai danni di Garozzo ma anche nei confronti dell’ex assessore alla Polizia municipale, Salvatore Piccione. Il pm di Siracusa, Gaetano Bono, al termine della sua requisitoria aveva chiesto pene più severe per i parcheggiatori.

Ad inchiodare i parcheggiatori sarebbero state le intercettazioni telefoniche: le loro conversazioni, ascoltate dai carabinieri del Nucleo investigativo, in quel periodo al comando del capitano Enzo Alfano, avrebbero permesso di scoprire quel piano per lanciare un messaggio all’ex sindaco.

Avrebbe pagato in quel modo, la linea dura impressa dalla sua amministrazione contro il fenomeno del parcheggio abusivo, particolarmente attivo lungo il perimetro dell’area archeologica, in via Ettore Romagnoli, per anni “luogo di lavoro” degli imputati.

Diede fuoco all'auto del sindaco di Siracusa, arrestato parcheggiatore  abusivo | La Sicilia

Secondo la ricostruzione della Procura, prima dell’incendio dell’auto, i parcheggiatori si sarebbero recati nel comitato elettorale di Gaetano Cutrufo, candidato alla Regione e sostenuto da Garozzo, proprio per incontrare l’allora sindaco, a cui avrebbero detto che se fosse continuata la tolleranza zero gliela avrebbero fatta pagare.

I due furono arrestati insieme ad altre due persone, tra cui la moglie del 38enne, assolta, ed un 39 anni, condannato in via definitiva, avendo scelto il rito abbreviato.

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