E’ protesta davanti agli ingressi sud e nord di Isab, per i trenta dipendenti della “Pellegrini”, l’azienda che gestisce il servizio mensa per il centro petrolchimico.

Le cause che hanno spinto i lavoratori a organizzare un sit in sono da ricondurre al mancato accordo sul transito al nuovo player individuato dallo stesso gruppo Lukoil, saltato nonostante il parere favorevole di ben 24 lavoratori dei 30 lavoratori coinvolti e che oggi risultano licenziati.

Una mensa smantellata a metà. A ricevere la lettera di licenziamento dalla Pellegrini, la ditta che effettua il servizio mensa per conto della Lukoil, l’azienda petrolchimica che opera nel cuore del polo industriale di Siracusa, sono stati i 30 dipendenti che ieri mattina hanno operato un blocco all’ingresso delle portinerie.  A provocare la decisione della Pellegrini la mancanza di pasti, ovvero un numero in decremento dei consumatori in una delle 3 mense, la Nord, quella meno frequentata e in parte da ristrutturare. Per questo la Lukoil avrebbe deciso di ridurre i servizi proprio in quella mensa, riducendo di conseguenza anche il personale impiegato.

Nella prima procedura la Pellegrini aveva deciso di mandare a casa 18 lavoratori su 30, concordando con Lukoil di dare disdetta al contratto. Il passaggio successivo però prende la piega della chiusura totale della mensa, decidendo di licenziare 30 lavoratori su 30. A quel punto l’unica strada che parte del sindacato – Fisascat Cisl e Uil – ritiene possibile è quella di incentivare i lavoratori volontari ad accedere all’indennità mensile di disoccupazione alcuni, o accompagnare gli altri alla pensione. Una soluzione ritenuta meno drastica per i lavoratori ma cui segue un verbale che non tutti i sindacati firmano, come nel caso della Filcams Cgil che ritiene praticabile una strada alternativa.

«La nostra idea è quella di concedere una proroga di 15 giorni per il servizio mensa alla ditta Pellegrini – chiarisce il segretario provinciale Filcams, Stefano Gugliotta – per congelare tutte le procedure di licenziamento e trovare una soluzione alla vertenza».

I calcoli della Fisascat Cisl direbbero altro: chi sarebbe andato in Naspi volontario, sarebbe poi rientrato prima dell’appalto del 2019, come prospettato dalla stessa Lukoil. Adesso tutto questo non è più possibile – si duole Teresa Pintacorona, segretario provinciale Fisascat – proprio perché l’accordo è saltato>.

Un’alternativa sarebbe stata possibile a detta di Uiltucs e Fisascat tramite un accordo con un’altra ditta, la Cot, che si sarebbe data disponibile alla trattativa e all’assunzione a partire da ieri, con contratto a tempo indeterminato di tutti i lavoratori del precedente appalto che non fossero andati in Naspi volontario.

A fare saltare il tavolo di quest’ultima trattativa sarebbe stata l’opposizione della Filcams, che però già in mattinata aveva denunciato per voce del segretario provinciale Stefano Gugliotta « sterili tentativi di strumentalizzazione di una vertenza giocata sull’emotività di persone già in forte disagio, avendo davanti la prospettiva di perdere il posto di lavoro. Bisogna guardare a loro e dare una risposta».

Da parte sua l’Isab si dice »sorpresa e sgomenta per ciò che è accaduto – sintetizza Giuseppe Artale, responsabile delle Relazioni Industriali, riferendosi al blocco delle portinerie perché una tensione tutta interna al sindacato si è poi scaricata sull’azienda. Accade troppo spesso. Di fatto ieri ha pregiudicato l’operatività e il presidio sicuro della raffineria». La questione “mensa” «per quanto ci riguarda aveva trovato uno sbocco positivo e condiviso dai lavoratori – prosegue riferendosi alla proposta della Cot – che poi però un disaccordo interno al sindacato non si è potuto concretizzare».

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com