La decisione è ormai presa, si va avanti, e non da soli, ma con il consenso di un gran numero di siracusani che chiedono espressamente al sindaco di revocare l’affidamento al privato della spiaggetta di Cala Rossa. Si farà ricorso al Tar, e si farà entro i limiti di tempo consentiti, affinchè l’auspicato provvedimento giudiziario abbia un seguito, e cioè la sospensione di ogni azione volta alla costruzione di piattaforma a mare o a terra, impianti sull’arenile, bar, discoteca, ristorante e attività commerciali collegate all’uso di lettini, ombrelloni e servizi.
Dall’ultima assemblea, lunedì scorso 19 febbraio, un grande e significativo passo avanti è stato compiuto da parte del comitato che – forte della partecipazione di un numeroso pubblico – ha raccolto non solo consensi ma un’adesione netta e decisa sulla fattibilità del ricorso al Tar: un’operazione, questa, che richiede oltre ad un impiego tecnico e professionale, un notevole impegno finanziario. Che tuttavia non avrebbe messo in difficoltà il comitato che però, a titolo simbolico, come segno di partecipazione, ha proposto ai presenti di farsi parte attiva di questa azione giudiziaria, contribuendo con una cifra simbolica e rilasciando i propri dati personali. Più di trenta persone, fra i presenti, hanno risposto all’appello lasciando in deposito ai referenti del Comitato “Ortigia Sostenibile”, la somma di 290 euro: i primi ad essere messi in cassa, perché la petizione è continuata e continua tutt’ora presso i punti di raccolta che sono stati individuati, su iniziative volontarie, in vare zone della città.
La decisione di procedere verso un’azione più incisiva arriva dopo la mancata risposta da parte dell’Amministrazione comunale che avrebbe dovuto, entro 20 giorni dal 24 gennaio ad oggi, ricevere dalla ditta Kalliope – concessionaria di Cala Rossa – la documentazione completa per potere decidere su una eventuale revoca. Mentre invece è arrivata la risposta dal Demanio, con competenza della Regione Sicilia, a conferma dell’autorizzazione concessa lo scorso agosto 2017 al COMUNE che, a sua volta, ha effettuato una “voltura” a vantaggio della ditta concessionaria: come dire, da concessione demaniale “a servizio pubblico”  a “servizio privato”. Sessanta giorni, dal 10 gennaio, sono indispensabili per impugnare l’autorizzazione: “SIAMO ANCORA IN TEMPO! E questa partita sarà giocata – assicurano i referenti del Comitato – fino all’ultima carta. Cala Muraglia Rossa, questo il suo nome originale, DEVE RESTARE LIBERA.”

Intanto, un numero crescente di persone continua a richiedere come e dove aderire alla petizione, impegnandosi anche con un contributo economico.

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