“Con la nomina di Valeria Told da parte del ministro della Cultura – ha dichiarato Francesco Italia, presidente della Fondazione Inda – si completa la governance dell’Istituto nazionale del dramma antico e si mette fine a un periodo di inutili e pretestuose polemiche che non hanno comunque impedito al consiglio di amministrazione dell’Inda di lavorare alla preparazione della stagione 2023 di rappresentazioni classiche al Teatro greco di Siracusa. Sono certo che insieme al nuovo sovrintendente potremo raggiungere nuovi e ambiziosi traguardi. Voglio anche ringraziare tutti i manager di altissimo profilo che hanno presentato la candidatura per ricoprire il ruolo di sovrintendente. E’ un ulteriore segno dell’importanza e dell’appeal che la Fondazione Inda riveste in tutto il Paese”.

Per la prima volta nella sua storia più che centenaria l’Inda, l’Istituto nazionale del dramma antico, è guidato da una donna, una manager giovane, energica, molto preparata.

È Valeria Told, che per 11 anni è stata sovrintendente della Fondazione Haydn.

In poco più di 10 anni la Fondazione di Bolzano passò da una stagione sinfonica a quella operistica e ancora alle attività per i ragazzi. Ora è a Siracusa da una settimana, è presto per parlare di progetti, ma ha già le idee chiare.
“I pilastri su cui reggere e far crescere una Fondazione – dice all’ANSA Told – sono tre. Il rapporto con il pubblico che qui a Siracusa è fedele e decisamente innamorato delle rappresentazioni classiche. Ma si può sempre incentivare il pubblico che viene dall’estero. Poi le tournée. Quest’anno andranno in tour La Pace di Aristofane e Ulisse, l’ultima Odissea, una riscrittura di Giuliano Peparini e Francesco Morosi. Andranno prima nei teatri di pietra e poi su per la penisola“.
E gli altri due pilastri? “La sostenibilità economica – risponde la sovrintendente – e l’Inda ha le spalle solide, se guardiamo agli altri teatri europei quando va bene arrivano al 20% del budget. Qui si arriva all’80%, dunque è una situazione ottimale per avere la massima qualità degli spettacoli e infine lo spazio crescente da dare alle nuove tecnologie, la cosiddetta trasformazione digitale. Ormai sono indispensabili, per la scena, per il marketing e anche per creare una rete con altre istituzioni culturali, anche con i teatri di prosa e lirici e non solo in Sicilia“. (ANSA).

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