Il 27 giugno è l’anniversario della Strage di Ustica, che causò la morte di 81 persone in viaggio tra Bologna e Palermo su un DC9 della compagnia Itavia.

Erano le 20:50 del 27 giugno 1980. Il volo Itavia, Bologna – Palermo, scompariva dai tracciati radar di Fiumicino precipitando nel mar Tirreno, tra le isole di Ponza e Ustica. Nell’incidente morirono tutti i 77 passeggeri tra cui 11 bambini, i due piloti e due membri dell’equipaggio. 

Una delle più grandi sciagure aeree della storia d’Italia, rimane una tragedia segnata da misteri, indagini lunghe decenni, sospetti e ipotesi mai confermate. Negli anni si sono alternate ipotesi, depistaggi, sentenze di risarcimento ai familiari e alla compagnia ma nessun responsabile è stato mai condannato. Fra le ipotesi, formulate quella ritenuta più attendibile in sede penale e risarcitoria, riguarda un coinvolgimento militare internazionale.

La strage – Il volo partito dall’aeroporto Marconi di Bologna in ritardo ed era atteso allo scalo palermitano di Punta Raisi. Il volo procedeva regolarmente a una quota di circa 7.500 metri senza irregolarità segnalate dal pilota. L’aereo, oltre che nel radar di Ciampino, era nel raggio d’azione di due radar della difesa aerea: Licola (vicino Napoli) e Marsala. Alle 21.21 il centro di Marsala avvertì il centro operazioni della Difesa aerea di Martinafranca del mancato arrivo a Palermo dell’aereo. Un minuto dopo il Rescue Coordination Centre di Martinafranca diede avvio alle operazioni di soccorso, allertando i vari centri dell’aeronautica, della Marina militare e delle forze Usa.

Le vittime. I nomi di tutti i 77 passeggeri del volo Itavia IH-870 e i 4 membri dell’equipaggio, tra parentesi la loro età – Andres Cinzia (24) ▪ Andres Luigi (32) ▪ Baiamonte Francesco (55) ▪ Bonati Paola (16) ▪ Bonfietti Alberto (37) ▪ Bosco Alberto (41) ▪ Calderone Maria Vincenza (58) ▪ Cammarata Giuseppe (19) ▪ Campanini Arnaldo (45) ▪ Casdia Antonio (32) ▪ Cappellini Antonella (57) ▪ Cerami Giovanni (34) ▪ Croce Maria Grazia (40) ▪ D’Alfonso Francesca (7) ▪ D’Alfonso Salvatore (39) ▪ D’Alfonso Sebastiano (4) ▪ Davì Michele (45) ▪ De Cicco Giuseppe Calogero (28) ▪ De Dominicis Rosa (Allieva Assistente di volo Itavia) (21) ▪ De Lisi Elvira (37) ▪ Di Natale Francesco (2) ▪ Diodato Antonella (7) ▪ Diodato Giuseppe (1) ▪ Diodato Vincenzo (10) ▪ Filippi Giacomo (47) ▪ Fontana Enzo (Copilota Itavia) (32) ▪ Fontana Vito (25) ▪ Fullone Carmela (17) ▪ Fullone Rosario (49) ▪ Gallo Vito (25) ▪ Gatti Domenico (Comandante Pilota Itavia) (44) ▪ Gherardi Guelfo (59) ▪ Greco Antonino (23) ▪ Gruber Martha (55) ▪ Guarano Andrea (37) ▪ Guardì Vincenzo (26) ▪ Guerino Giacomo (19) ▪ Guerra Graziella (27) ▪ Guzzo Rita (30) ▪ Lachina Giuseppe (58) ▪ La Rocca Gaetano (39) ▪ Licata Paolo (71) ▪ Liotta Maria Rosaria (24) ▪ Lupo Francesca (17) ▪ Lupo Giovanna (32) ▪ Manitta Giuseppe (54) ▪ Marchese Claudio (23) ▪ Marfisi Daniela (10) ▪ Marfisi Tiziana (5) ▪ Mazzel Rita Giovanna (37) ▪ Mazzel Erta Dora Erica (48) ▪ Mignani Maria Assunta (30) ▪ Molteni Annino (59) ▪ Morici Paolo (Assistente di volo Itavia) (39) ▪ Norrito Guglielmo (37) ▪ Ongari Lorenzo (23) ▪ Papi Paola (39) ▪ Parisi Alessandra (5) ▪ Parrinello Carlo (43) ▪ Parrinello Francesca (49) ▪ Pelliccioni Anna Paola (44) ▪ Pinocchio Antonella (23) ▪ Pinocchio Giovanni (13) ▪ Prestileo Gaetano (36) ▪ Reina Andrea (34) ▪ Reina Giulia (51) ▪ Ronchini Costanzo (34) ▪ Siracusa Marianna (61) ▪ Speciale Maria Elena (55) ▪ Superchi Giuliana (11) ▪ Torres Pierantonio (32) ▪ Tripiciano Giulia Maria Concetta (45) ▪ Ugolini Pierpaolo (33) ▪ Valentini Daniela (29) ▪ Valenza Giuseppe (33) ▪ Venturi Massimo (31) ▪ Volanti Marco (36) ▪ Volpe Maria (48) ▪ Zanetti Alessandro (18) ▪ Zanetti Emanuele (39) ▪ Zanetti Nicola (6).

Le tante ipotesi –  A distanza di decenni non c’è ancora una spiegazione su come il velivolo cadde improvvisamente in mare: tra le ipotesi che si sono susseguite negli anni, alcune anche alimentate da depistaggi, ci sono quelle di un cedimento strutturale, di una bomba a bordo, di un missile terra-aria, di una collisione, di una battaglia aerea tra jet militari culminata con il velivolo civile colpito per errore da un missile. Questa versione è stata sempre confutata dall’Aeronautica militare ma è al momento la più accreditata e sostenuta anche da alcune sentenze civili.

Il Mig libico – A complicare il mistero, alcuni giorni dopo a strage di Ustica, un Mig libico venne ritrovato schiantato sulle pendici della Sila, in Calabria. Ufficialmente la caduta del jet militare viene datata al 18 luglio 1980, ma alcuni dettagli fanno presupporre possa essere stato abbattuto la stessa sera del DC9. È anche emerso che in quegli anni gli aerei libici erano soliti sfruttare la scia di voli civili per sfuggire ai controlli dei radar Nato.

L’inchiesta –  Le autorità militari italiane, francesi e statunitensi hanno spesso negato informazioni e documenti. Diverse registrazioni radar sono sparite. Il giudice Rosario Priore nel 1999 consegnò la sentenza-ordinanza, “secondo la quale il Dc9 è stato abbattuto all’interno di un episodio di guerra, e rinvia a giudizio per alto tradimento, la cui pena prevede l’ergastolo – dunque non è prescrittibile – i quattro generali dell’Aeronautica militare“.

I quattro sono stati poi assolti, ma finirono a processo, “non perché avevano buttato giù l’aereo, ma per aver raccontato delle falsità. Ed è di questo che sono stati assolti, ma per prescrizione“.

A distanza di 43 anni dalla strage, quindi, non c’è nessuno condannato come responsabile. Le famiglie delle vittime attendono ancora i nomi dei responsabili.

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