Raccomandata una dose di vaccino a mRNA come richiamo (booster) di un ciclo vaccinale primario alle donne in gravidanza nel secondo e terzo trimestre, trascorsi almeno 5 mesi dal completamento del ciclo primario. Lo afferma l’Istituto superiore di sanità. L’Iss raccomanda inoltre una dose di vaccino mRNA come richiamo alle donne che allattano, senza alcuna necessità di interrompere l’allattamento. Le donne a maggior rischio di contrarre l’infezione perché più esposte (come professioniste sanitarie o caregiver) e a maggior rischio di sviluppare una malattia grave da Covid sono il target prioritario per la vaccinazione in gravidanza. Dose booster, priorità per donne in gravidanza La raccomandazione per la dose booster alle donne in gravidanza, spiega l’Iss, “tiene conto delle numerose e crescenti evidenze riguardo alla sicurezza della vaccinazione in gravidanza, sia nei confronti del feto che della madre; delle evidenze relative alla maggiore morbosità associata alla variante Delta; della sua crescente circolazione e del notevole abbassamento dell’età mediana all’infezione in Italia”. Le donne a maggior rischio di contrarre l’infezione da SARS-CoV-2 perché più esposte (come le professioniste sanitarie o caregiver) e/o a maggior rischio di sviluppare una malattia grave da COVID-19 (donne con fattori di rischio come età> 30 anni, BMI>30, comorbidità, cittadinanza di Paesi ad alta pressione migratoria) rimangono il target prioritario per la vaccinazione in gravidanza. La somministrazione deve essere eseguita nei dosaggi autorizzati allo scopo (30 mcg in 0,3 mL per Comirnaty; 50 mcg in 0,25 mL per Spikevax), indipendentemente dal vaccino utilizzato per il ciclo primario, e purché sia trascorso un intervallo minimo di almeno cinque mesi (150 giorni) dal completamento dello stesso. La dose di richiamo (booster) può essere somministrata contestualmente alle vaccinazioni contro l’influenza e la pertosse raccomandate in gravidanza. Primo trimestre, la valutazione dei rischi e dei benefici Per le donne in gravidanza, ad oggi “sono ancora poche le evidenze relative a vaccinazioni” anti-Covid “eseguite nel primo trimestre, pertanto le donne che desiderino vaccinarsi in questa epoca gestazionale devono valutare rischi e benefici insieme a un sanitario”. Lo sottolinea l’Istituto superiore di sanità, che ha pubblicato online un primo piano con l’aggiornamento delle linee guida sulla terza dose di vaccino anti Covid in gravidanza e allattamento. A tutte le donne in gravidanza e che allattano, indipendentemente dalla scelta se vaccinarsi o meno, viene inoltre raccomandato di osservare l’igiene delle mani, l’uso della mascherina negli ambienti chiusi e in prossimità di altre persone non conviventi/non vaccinate, il rispetto della distanza fisica di sicurezza, la ventilazione degli ambienti. Vaccino in allattamento, anticorpi anche per lattante Per le donne che allattano, l’Istituto superiore di sanità segnala che la vaccinazione anti-Covid “non espone il lattante a rischi e gli permette di assumere tramite il latte anticorpi contro SARS-CoV-2. Il neonato allattato da madre vaccinata segue il suo calendario vaccinale senza alcuna modifica”. Lo sottolinea l’Iss, che ha pubblicato online un primo piano di aggiornamento. Per la vaccinazione con la terza dose in allattamento, la somministrazione deve essere eseguita nei dosaggi autorizzati, indipendentemente dal vaccino usato per il ciclo primario e purché sia trascorso un intervallo minimo di almeno cinque mesi. Navigazione articoli Covid, 782 nuovi casi in Sicilia, calano i contagi a Siracusa Covid, in Sicilia dilagano i contagi, 1404 i nuovi casi, 12 morti