Oggi stiamo vivendo un momento di transizione climatica, generata anche da quella energetica che crea molta tensione e la amplifica giorno per giorno.
Al tavolo, a giocare questa delicata partita, anche il Gruppo Eneron – che attraverso le sue controllate Onda Più ed Energit è presente in maniera più massiccia in Sicilia e in Sardegna -, che svolge il proprio ruolo di una Prosumer Company, ossia un’organizzazione capace di intervenire tecnologicamente sui consumi dei singoli per generare energia sul territorio, affrancarsi dalla rete e generare una nuova cultura di consumo, basata sul risparmio esull’economia circolare. A illustrare la quotidiana partita giocata dalla squadra del Gruppo Eneron è stato il CEO, l’ing. Luigi Martines, in occasione del suo intervento a Roma, nella Sala della Regina alla Camera dei Deputati, durante il panel “Le opportunità della nuova
industrializzazione: il futuro della nuova economia e il ruolo dell’imprenditoria” Roma, uno
degli appuntamenti di studio e confronto promossi da Ambientevivo, all’interno della tappa di
Cento Leaders per il Pianeta, e5t e in collaborazione con la Luiss school of Government.
Dopo una disamina sullo stato dell’arte delle fonti alternativa con uno sguardo
particolarmente attento rivolto all’Idrogeno come vettore, sul quale Eneron sta iniziando ad
investire, Martines ha voluto sottolineare quanto, tra l’altro, Elon Musk ha osservato nel
corso della sua recente visita in Italia definendolo un Paese denso di opportunità dove la
transizione potrebbe fare passi da gigante e che invece sconta un eccesso di norme e regole,
assai più ampie dei Paesi parimenti evoluti che la stanno ingessando come “il gigante
Gulliver…”.
E’ partendo da questa osservazione che Martines ha ribadito che “occorre far partire un
processo di deregolamentazione che consenta agli investimenti, soprattutto quelli per la
transizione energetica, di non mettersi in coda… ma di avere una sorta di corsia agevolata per
consentire velocemente al Paese di riprendere il ruolo che gli spetta stante l’abbondanza di
fonti rinnovabili, soprattutto nelle due isole, Sicilia e Sardegna dove Eneron gioca la sua partita
principale”.
Naturalmente sul tavolo del confronto di Roma – animato dagli interventi di politici, manager
internazionali, imprenditori, meteorologi e sociologi – ha trovato largo spazio anche l’attuale
aumento dei costi energetici e i riflessi che ciò può avere, oltre che nella quotidianità di
famiglie e aziende, anche sul più generale processo in atto di transizione energetica. Il
fenomeno attuale è stato definito congiunturale in quanto legato all’aumento dei consumi
estivi per il condizionamento e per l’incremento del turismo estivo. Per chi ha ancora il prezzo
regolato questo viene trasferito in bolletta trimestralmente, per chi ha scelto nel libero
mercato, con determinazione di un prezzo fisso del kWh, le variazioni saranno praticamente
ininfluenti.
“Anche in questo caso – ha osservato ancora il CEO del Gruppo Eneron – la strada maestra
rimane quella di educare a un corretto uso dell’energia. Il mantra è ridurre gli sprechi che
sono, per dirla con Piero Angela, “la più grande fonte di energia rinnovabile”, oltre ovviamente, laddove possibile, ad autoprodurre i propri consumi”.
I timori legati al possibile aumento della bolletta energetica ha anche consentito di porre
l’accento su un altro non meno marginale aspetto, quello della percezione del fenomeno. In
questo contesto si inserisce l’allarme lanciato per ciò che è stato ribattezzato come eco-ansia
vale a dire la preoccupazione causata dall’impatto dell’umanità sull’ambiente naturale
collegata ai cambiamenti climatici, alla perdita di biodiversità, all’inquinamento e alla
distruzione degli habitat naturali. Un fenomeno che – è stato sostenuto – in qualche misura
alimenta anche il sistema dei media, con un tipo di narrazione talvolta incline all’allarmismo.
Probabilmente la Terra non potrà sopravvivere a 15Mld di persone (oggi siamo 8Mld e tale
dato è in costante aumento), quindi le azioni in corso, se non si riequilibra adeguatamente il
quadro demografico, potrebbero non essere sufficienti. Ma ciò va fatto senza inseguire tanto
improponibili quanto generiche ricette ma con un confronto costante e scevro da qualsivoglia
pregiudizio.

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